Medico trovato senza vita nella sua casa inagibile

A dare l’allarme è stato un parente, doveva prendere servizio in ospedale Sul posto è accorso anche il sindaco dimissionario Massimo Cialente

L’AQUILA. Era atteso in ospedale alle 14 per dare il cambio ai suoi colleghi. Ma ieri al «San Salvatore» lo psichiatra Rocco Pollice non è mai arrivato. I suoi collaboratori hanno cercato di rintracciarlo sul cellulare, ma ogni tentativo è risultato vano e la sua assenza fin troppo sospetta. Tanto più che già dalla sera prima neppure i suoi familiari più stretti erano riusciti a mettersi in contatto con lui. Un ulteriore giro di telefonate, la ricerca affannosa e infine la drammatica scoperta. Il professore universitario, nato 45 anni fa a Vasto e figlio di Filippo, medico ed ex assessore regionale Dc, tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, è stato ritrovato ieri pomeriggio dal cognato nella sua vecchia abitazione inagibile, in una palazzina in via Agnifili.

È lì, in quell’appartamento ancora in zona rossa, ad appena una cinquantina di metri dalla Casa dello studente – uno dei luoghi simbolo della tragedia del terremoto – che il noto psichiatra si è tolto la vita con un colpo di pistola. Una tragedia che ha suscitato incredulità e dolore. Un gesto inspiegabile per i suoi colleghi di lavoro e inaccettabile per la sua famiglia e i suoi tanti amici, molti dei quali trovati all’Aquila, la sua città di adozione.

Sconvolto il sindaco dimissionario Massimo Cialente, uno dei primi ad arrivare in via Agnifili, davanti all’ingresso della palazzina presidiata dai carabinieri. «Non è possibile, Rocco per me era come un figlio», ha continuato a ripetere Cialente, che è stato anche il suo testimone di nozze, senza riuscire a trattenere il pianto. Attoniti l’amico Pierpaolo Pietrucci e l’assessore Emanuela Di Giovambattista che con Pollice collaborava al progetto Smile. Un mesto viavai davanti a quell’edificio spettrale, dove la vita si era già fermata nella notte del 6 aprile del 2009. In serata sono giunti da Chieti i genitori, accolti da Cialente e dalla moglie Donatella.

«Una persona unica, un uomo di grande altruismo», ha detto Maria Grazia Cifone, direttrice del dipartimento di Medicina. Sconvolta la collega Rita Roncone: «Abbiamo lavorato fianco a fianco per vent’anni. Lo vedevo sofferente ma non mi aspettavo tutto questo». Specializzato in neuropsichiatria infantile, Pollice – sposato e padre di un bimbo – era responsabile del centro Smile, servizio di monitoraggio e intervento precoce per la lotta agli esordi della sofferenza mentale e psicologica nei giovani.

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