Dietrofront sulla localizzazione dell’opera a piazza d’Armi, oggi riunione al Comune.

Mensa dei poveri, è polemica

D’Eramo: «Una vergogna pensare di bloccare i lavori».

L’AQUILA. Una riunione convocata con urgenza per affrontare il «caso» della Mensa di Celestino, i cui lavori - finanziati con le donazioni dei lettori del Centro e già appaltati - rischiano lo stop.

L’iniziativa è del presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti che ha convocato per questa mattina i capigruppo e il presidente della commissione territorio, Francesco Valentini. Tutti lì, nella sede di Villa Gioia, per trovare insieme al sindaco Massimo Cialente una via d’uscita al «pasticcio» provocato dal dietrofront, sulla localizzazione dell’opera a piazza d’Armi, attuato mercoledì sera da un gruppo di componenti della commissione territorio, di cui fanno parte ben 27 consiglieri (una decina dei quali assenti o rimasti giusto il tempo per rispondere all’appello e incassare il gettone di presenza).

Esponenti di entrambi gli schieramenti e tra loro anche molti dei consiglieri che l’8 ottobre scorso in aula avevano detto sì all’ordine del giorno che sollecitava la localizzazione a piazza d’Armi del progetto dei frati minori. Progetto che comprende, oltre alla mensa dei poveri, anche alloggi per donne in difficoltà, la chiesa e un conventino. Un documento che era stato presentato dal consigliere Luigi D’Eramo (la Destra) e approvato dal consiglio (29 i presenti) con 22 voti favorevoli e 7 astensioni. Mercoledì sera, a cantiere già aperto, il colpo di scena. Alcuni componenti della commissione (così nutrita perché ben 11 sono i monogruppo) hanno sollecitato il presidente a presentare un ordine del giorno con l’obiettivo di sospendere tutte le operazioni in corso, «così da poter pianificare gli interventi da realizzare in quell’area». Un documento attraverso il quale ribadire che «ogni collocazione in quell’area dovrà mantenere il carattere della temporaneità».

Ma intanto l’assessore all’urbanistica, Roberto Riga, ieri ha confermato ciò che aveva già detto mercoledì in commissione, ovvero che sarà necessario sospendere i lavori già avviati dalla ditta «Meraviglia» che si è aggiudicata l’appalto della Protezione civile che partecipa al finanziamento dell’opera. «Alla luce di ciò che è accaduto» ha detto Riga «credo sia opportuno convocare un consiglio ad hoc su piazza D’Armi per poter pianificare le scelte che riguardano quest’area. Una sospensione che potrebbe durare un mese, il tempo per decidere e coordinare gli interventi».

Fortemente critico, il consigliere Luigi D’Eramo che ha bollato come «una follia politica e amministrativa, quanto emerso dalla commissione territorio contro la realizzione del progetto promosso dal Centro celestiniano. È vergognoso attaccare la trasparente realizzazione della mensa per i poveri e fare gli indifferenti su operazioni, a dir poco opache, come quella delle case mobili. Su questo dovrebbero riflettere i consiglieri che vorrebbero bloccare i lavori. La brutta politica ha scritto, ancora una volta, una triste pagina. Ma siamo pronti» ha concluso «a un ostruzionismo senza precedenti se in consiglio comunale approderà una proposta volta a fermare i lavori».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Barbara Capannolo, vice presidente dell’VIII circoscrizione, secondo cui «tutto ciò dimostra la leggerezza con cui alcuni amministratori stanno affrontando il problema della ricostruzione: prima votano un progetto e poi lo bloccano. È una vergogna. Il sindaco dovrebbe circondarsi di collaboratori capaci e decisi e mandare a casa chi non è in grado di svolgere i propri compiti».