Mensa universitaria della Campomizzi a rischio chiusura

L’allarme lanciato dagli studenti in una nota alla Regione D’Ascanio (Adsu): dubbi sul futuro dell’ex caserma

L’AQUILA. Sembra ridotto a brandelli il consiglio di amministrazione dell’azienda per il diritto agli studi universitari (Adsu) che in pochissimi giorni ha perso ben quattro membri su nove: due studenti (Daniele Lozzi e Marco Taraborrelli) e altrettanti componenti eletti dal consiglio regionale (Cesidio Chiarilli e Tonio De Amicis). Tra le cause la possibile chiusura di una delle quattro mense universitarie. In particolare, a rischio sarebbe quella della Campomizzi. Il problema nasce dal fatto che il primo settembre 2015 scadrà il comodato d’uso da parte dell’Adsu sulla struttura di proprietà del demanio militare, oggi unica residenza universitaria a disposizione. A dicembre bisognerebbe indire una nuova gara europea per la mensa, ma non avendo la certezza che questa potrà restare nella struttura, il cda sta valutando l’ipotesi di chiudere il servizio. A lanciare l’allarme gli studenti, che hanno partecipato all’ultimo cda con una rappresentanza di 30 residenti della Campomizzi e una delegazione dell’Udu (Unione degli universitari), ma anche il presidente dell’Adsu Francesco D’Ascanio, ha interessato della questione la senatrice del Pd Stefania Pezzopane, il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli e il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci. D’Ascanio in più occasioni ha chiesto una dismissione dal demanio militare della struttura o in alternativa una proroga del comodato d’uso per 20 anni. La Campomizzi, infatti, dopo il terremoto del 2009 è stata trasformata in residenza universitaria ad un costo di circa 13 milioni ha al suo interno 380 posti letto, oltre a cucina e mensa ed è l’unica struttura aperta a pranzo e cena con un totale di 800 coperti. «La decisione della chiusura di un servizio fondamentale come la mensa non è di competenza di un cda in regime di proroga dalle scorse elezioni regionali di maggio», spiegano in una nota gli studenti dimissionari. «Riteniamo che questo consiglio non sia più legittimato. Il ritardo nell’eleggere il nuovo consiglio è un primo segno di scarsa attenzione fin qui riposta dai nuovi vertici regionali sul tema. Per questi motivi gli studenti hanno deciso di rassegnare le proprie dimissioni e chiedono al presidente della Regione Luciano D’Alfonso e all’assessore Marinella Sclocco di provvedere alle nuove nomine. Useremo, fin quando il cda non tornerà a essere legittimato, pratiche e modalità conflittuali per difendere gli studenti». Preoccupato D’Ascanio: «Entro dicembre dobbiamo indire una nuova gara europea per la mensa», afferma, «se non siamo in condizione di assicurare la permanenza del servizio nella Campomizzi, rischiamo la chiusura dello stesso, poiché sarebbe assurdo scegliere una nuova gestione per pochi mesi». Intanto «per problematiche di natura personale e rispetto al clima che si è venuto a creare» sono già state consegnate anche le dimissioni di Chiarilli e De Amicis. I contrasti all’interno del cda si sono acuiti con il reintegro di Luca Valente. Subito dopo il ritorno di Valente alcuni componenti del cda dell’azienda (lo stesso Chiarilli, Abramo Frigioni, Rita Roncone, Maria Teresa Todisco) avevano inviato una nota in Regione chiedendo di sollevarlo.

Michela Corridore

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