Messe nere nelle Gole di Celano

L'altare al maligno improvvisato in un anfratto in località Le Foci

CELANO. Frutta fresca riposta in ciotole, una bottiglia di vino vuota e un sigaro spento. La prima impressione è quella di trovarsi di fronte a un picnic notturno interrotto in tutta fretta. Ma osservando meglio emergono particolari inquietanti legati alla celebrazione di un rito satanico.

L'improvvisato «luogo di culto» che ricalca le orme di un rito dedicato al dio degli inferi, è stato sistemato in un anfratto roccioso in località Le Foci, area verde che si trova tra il Comune di Celano e quello di Aielli. Una zona molto frequentata da turisti e appassionati di escursioni. Punto di partenza per chi vuole raggiungere Ovindoli attraversando il canyon delle Gole di Celano. Un paesaggio mozzafiato di giorno, ma inquietante di notte perché avvolto da un buio profondo. Un luogo ideale per improvvisare altari sacrileghi senza essere disturbati da occhi indiscreti.

Ecco perché ogni oggetto, nella piccola grotta, è stato posizionato con una cura che ha del maniacale. I piatti di coccio colmi di frutta fresca posizionati in diversi punti, ma sempre sotto la parete rocciosa, mentre il paramento sacro di lino bianco, di quelli che si usano come ornamento per gli altari delle chiese o per pulire il calice al termine della messa, adagiato su una pietra. Sopra di lui un piatto con dei resti di alimenti vegetali e, in corrispondenza delle piccole croci rosse ricamate a mano alcune monete da 20 centesimi. Poco distante un sigaro acceso per qualche secondo e subito spento. Ci sono anche dele candele gialle oltre a 3 lumini votivi bianchi incastonati nella roccia. Ancora accesi.

Più in là un cero nero all'essenza di oppio. A dire il vero l'occorrente impiegato per il rito è molto simile a quello utilizzato nella tradizione afrobrasiliana per omaggiare Elegbarà, chiamato anche il «Santo della possibilità» per ottenere fortuna, denaro, successo, soldi e amore. Ma lo sfregio inflitto ai paramenti sacri schiacciati simbolicamente dai rifiuti e dal denaro fa pensare a un rito molto più inquietante, che affonda la sua essenza nel satanico.

L'area del ritrovamento si trova in una zona frequentata anche da giovani e giovanissimi che la percorrono in sella a motorini e motociclette, ma anche da tantissimi appassionati di sport. Ogni giorno, infatti, ci sono uomini e donne di tutte le età che vi praticano la corsa. La strada lunga alcuni chilometri è l'ideale per fare attività fisica. Chissà perché, proprio dentro quest'area verde, qualcuno ha voluto evocare spiriti del male. La messa satanica è stata allestita proprio all'inizio del percorso per la traversata delle Gole.

Chi ha posizionato gli oggetti «esoterici» ha voluto farlo in un posto riservato, ma non introvabile: frutta, paramenti sacri e quant'altro sono stati sistemati dentro l'anfratto che si trova sotto la parete rocciosa della montagna, ma con l'intento di lasciare tracce ben visibili. Dal sentiero principale, infatti, il grosso cespuglio che nasconde l'anfratto è un punto di grande attrattiva anche perché sopra di esso ci sono delle piccole grotte scavate nella parete. Un obiettivo raggiunto: i resti del rito satanico sono stati notati da molte persone, ma nessuno ha avuto il coraggio di toccarli e tantomeno di rimuoverli.

Il fenomeno delle sette sataniche è stato monitorato, per la prima volta in Italia, nel 2008. È il frutto di un lavoro lungo, legato alle denunce che sono pervenute al telefono dell'associazione «Antiplagio» dal 1994. Risulterebbero 500 le sette che operano sul territorio nazionale: 236 nel Nord, 122 nel Centro Sud e 58 nelle isole maggiori. Il primato della magia nera spetta alla Lombardia, penultime in classifica Abruzzo e Trentino con l'accertamento di tre sette. Fanalino di coda il Molise con due.
(Ha collaborato Dante Cardamone)

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