Mille operai al pranzo della Partecipazione

Diritti dei cittadini, riuso degli spazi e inclusione, i temi del festival che è entrato nel vivo con “Non più invisibili” e l’attore Bertolino

L’AQUILA. È entrato nel vivo, il Festival della Partecipazione: la seconda giornata ha acceso un faro sul diritto dei cittadini al riuso degli spazi abbandonati e sulle problematiche dell’occupazione, con ospiti il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti, il direttore dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi e il segretario generale della Cgil Susanna Camusso. Il dibattito “Disponibile!” si è svolto a Palazzo Fibbioni, mentre partecipazione e uguaglianza sono state le parole chiave del messaggio lanciato da Susanna Camusso, che è intervenuta insieme all’attore Enrico Bertolino a “Non più invisibili”, il pranzo condiviso tra i cittadini aquilani e un migliaio dei 3500 operai che stanno lavorando alla ricostruzione post terremoto. «La quantità dei beni abbandonati, non residenziali, è enorme», ha dichiarato Adriano Paoletta, responsabile scientifico di “Disponibile!”, il progetto promosso da Cittadinanzattiva, «e li stiamo censendo e mettendo in rete per condividere modalità, punti di forza e debolezza, prospettive di lavoro comune. Il riuso di questi luoghi è una forma altissima di partecipazione attiva da parte dei cittadini». Durante il dibattito sono stati illustrati alcuni esempi di riuso, come l’Art Village, esperienza di riqualificazione di una struttura abbandonata della Asl del Comune di San Severo: ora è un centro di accoglienza finalizzato all’inclusione socio-lavorativa, alla prevenzione, protezione e promozione della salute per persone con disabilità fisiche, psicologiche e sociali e per soggetti con dipendenze patologiche. «Al fine di dar forza a queste iniziative», ha evidenziato Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, «abbiamo presentato un emendamento, accolto con l’articolo 24 dello Sblocca Italia, per assegnare aree e beni immobili pubblici ai cittadini, singoli e organizzati, per lo svolgimento di attività di interesse generale. Ora bisogna dar forza e attuazione a questa legge». Sulla questione delle norme recenti che favoriscono esperienze di riuso è intervenuto anche Roberto Reggi, direttore dell’Agenzia del Demanio, che ha ricordato la possibilità di verificare la disponibilità di beni abbandonati, circa 17mila, censiti sul sito dell’agenzia. «Serve un aiuto da parte dello Stato e degli enti perché elaborino progetti fattibili e trasparenti», ha affermato Reggi, «e l’abbiamo fatto con lo strumento della consultazione pubblica, che orienta i bandi per l’assegnazione. Questo per tener conto delle esigenze della collettività e del territorio in cui è disponibile il bene». Il ministro Poletti ha sottolineato il ruolo positivo dei cittadini in questo processo. «Perché le cose accadano, non basta la legge», ha detto, «prima viene la responsabilità, la condivisione, la partecipazione della comunità. Bisogna far applicare la cittadinanza attiva e praticarla è un esercizio fondamentale soprattutto in un Paese come il nostro fatto per silos, per ambiti. Mi auguro che con il lavoro sotterraneo dei cittadini attivi vengano giù alcuni di questi silos». Alle 12 ha preso il via, al Parco del Castello, il pranzo che ha ospitato un migliaio di operai, preparato con il supporto di aziende locali e semplici cittadini. Per il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, l’iniziativa ha testimoniato che «chi lavora, in questo caso poi chi lavora a un processo così importante come quello della ricostruzione, è parte di questo territorio, delle ansie, delle attese e dei problemi della ricostruzione. Quindi, vale lo slogan “Non più invisibili”, ovvero essere riconosciuti come parte della comunità. Vale per i lavoratori che stanno partecipando alla ricostruzione, e vale in generale per il lavoro che è entrato da lungo tempo in una logica di invisibilità, di non riconoscimento, di non valorizzazione. Quindi, tutto ciò che va in questa direzione credo non possa che rendere migliore questo Paese». Secondo Camusso, il tema del Festival «è un obiettivo straordinariamente importante per una Nazione che appare sempre meno partecipata. Basta guardare ai dati elettorali, allo svuotamento progressivo della rappresentanza politica: tutte cose che parlano della difficoltà delle persone a partecipare. Ma quando poi si offrono occasioni di discussione sui temi reali, le persone hanno molta voglia di esserci, di partecipare e discutere. E questo», ha concluso Camusso, «da un lato valorizza e dall’altro interroga tutti quelli che hanno pensato che era meglio liquido e virtuale, invece che materiale, presente, fatto anche di persone che si incontrano e riscoprono l’uso della parola, invece che delle sillabe».

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