Mistero a Capistrello, un indagato per la morte di Angelo

All’Aquila aperta un'inchiesta per omicidio dopo la denuncia dei genitori. Svolta dopo la scoperta di un furto al bancomat

CAPISTRELLO. Una scheda bancomat rubata e il prelievo di una somma di denaro fanno riaprire il caso sulla morte di Angelo Domenico Venditti, 32 anni di Capistrello. Tanto che la Procura dell’Aquila ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario. Un amico di Venditti è indagato per furto perché avrebbe utilizzato la carta bancomat. Un prelievo non autorizzato avvenuto qualche settimana dopo la tragedia. La posizione dell’indagato potrebbe aggravarsi. «Nostro figlio è stato ucciso»: erano stati il padre e la madre del 32enne, con un appello al Centro, a gettare ombre sulla morte del loro amato figlio. Il corpo senza vita di Angelo Domenico Venditti era stato trovato il 22 agosto 2016 nella sua abitazione di Pizzoli, il paese nell’Aquilano dove il giovane viveva insieme alla compagna. Era stata proprio la donna a fare la scoperta e a dare l’allarme.

Laureato in Scienze agronomiche, il 32enne di Capistrello aveva partecipato a diversi progetti nella Marsica e lavorava come agronomo, collaborando con diversi Enti della provincia. Gli inquirenti avevano ipotizzato il suicidio, ma a detta dei familiari, il padre Loreto e la madre Giovanna, che nella Valle Roveto gestiscono una piccola attività per la produzione del miele, nulla lasciava presagire il dramma.

Così lo scorso settembre i familiari, assistiti dall’avvocato Berardino Terra, hanno provveduto a depositare una dettagliata denuncia per omicidio volontario contro ignoti che ha rimesso in moto le indagini, coordinate dal pm Antonietta Picardi e affidate ai carabinieri dell’Aquila. E dalle nuove indagini sono emersi elementi di fondamentale rilevanza che possono far chiarezza sulla vicenda. Infatti, è stato scoperto che dall’abitazione del giovane a Pizzoli era sparita la tessera bancomat di proprietà dello stesso e con la quale, qualche settimana dopo il ritrovamento del cadavere, è stata prelevata una rilevante somma di denaro da persona all’epoca ignota e mai autorizzata e ora individuata e identificata dalla Procura della Repubblica. Il pm Picardi, inoltre, ha fatto analizzare da un perito specializzato tutti i telefonini in possesso del giovane deceduto ricostruendo le conversazioni in entrata e in uscita fino a pochi minuti prima del ritrovamento. Sono stati acquisiti anche i tabulati telefonici. Si attende, infine, il deposito degli esiti dell’esame autoptico eseguito dal medico legale sulla salma del giovane.

«Abbiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura inquirente e continuiamo a ritenere che l’ipotesi del suicidio sia del tutto infondata», afferma l’avvocato Berardino Terra. «Non abbiamo mai creduto al suicidio», dichiarano i genitori, «e ciò sia in considerazione di come sia stato ritrovato il suo corpo e sia delle presunte modalità del suicidio. Nostro figlio pesava più di cento chilogrammi e appare veramente singolare che un corpo di tale mole possa essere stato sorretto da una cintura di un accappatoio senza rompersi e sino al soffocamento».

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