Avezzano

Mohamed ucciso a 21 anni con una fucilata per un regolamento di conti

30 Giugno 2025

Un solo colpo al petto, poi il giovane è stato abbandonato in un campo. Aveva lasciato Avezzano 7 mesi fa. Alla base della sua morte ci sarebbero storie di droga

AVEZZANO. Un solo colpo di fucile in petto, esploso da distanza ravvicinata. Un’esecuzione in piena regola, secondo gli inquirenti, quasi certamente per vicende legate al sempre fiorente commercio della droga. Un’orribile storia di cronaca che si dipana tra l’Abruzzo e la Lombardia, iniziata con il ritrovamento di un corpo senza vita, abbandonato vicino alla sponda di un canale che costeggia l’autostrada A1, al confine tra Pieve Fassiraga, Villanova del Silaro e Massalengo (in provincia di Lodi). Zona nota per essere un crocevia dello spaccio. La vittima è Mohamed Kaoukeb Raji, 21 anni, di origini marocchine, da circa dodici mesi residente ad Avezzano.

Partito dal Marocco ancora minorenne, quattro anni fa era sbarcato a Lampedusa, dopo una sosta in Libia in attesa degli scafisti che lo portassero in Italia. Ha raggiunto Avezzano nel 2024 – dove già c’erano dei parenti, altri si trovano a San Benedetto dei Marsi – residente in un’abitazione di via Pereto, zona San Nicola. Ha lavorato come bracciante nel Fucino. Sette mesi fa aveva deciso di trasferirsi al Nord per cercare migliore fortuna, prima a Novara poi a Varese, quindi a Lodi. Dove avrebbe svolto lavori saltuari, finendo a vivere in un rudere non lontano da dove è stato trovato senza vita.

La Procura della città lombarda ha aperto un fascicolo per omicidio. Al momento nessun iscritto nel registro degli indagati. Ma qualche sospetto c’è. E sarebbero ore cruciali per la cattura del sicario che ha premuto il grilletto del fucile. Elemento di rilievo la telefonata fatta alla madre da un cugino del 21enne, Mohamed Iaraichi, che lavorava con lui nei campi del Lodigiano. Telefonata in cui il giovane segnalava la terribile fine di Mohamed Kaoukeb Raji. Così la notizia è rimbalzata dal Marocco all’Italia, fino ad Avezzano. A quel punto la corsa in auto dei parenti, dalla Marsica alla Lombardia. Fino al ritrovamento del cadavere.

Stando a quanto è stato possibile ricostruire finora, la prima a essere contattata è stata una zia di Mohamed Kaoukeb Raji, madre del cugino. «Raji è stato ucciso». La donna, presa dal panico, ha a sua volta chiamato la madre del giovane ucciso, sua sorella, che a sua volta ha chiamato il fratello, Ikoukeb Raji Jilali, da anni nella Marsica come bracciante nei campi del Fucino. L’uomo ha chiesto aiuto a un amico di famiglia che parla italiano fluentemente, Charick Abdelkabir, affinché accompagnasse lui e suo figlio, Ismail Mourchd, a cercare il nipote. Durante il lungo viaggio in auto, una prima chiamata alla centrale operativa dei carabinieri di Lodi per riferire l’accaduto. Il terzetto è giunto nel Lodigiano nella serata di venerdì. E ha avviato una prima ricerca nel punto indicato dal cugino, ovvero un campo nei pressi di un casolare dopo il 21enne viveva.

Con il buio le speranze di trovare qualcosa sono sfumate. A quel punto hanno deciso di attendere l’alba per raggiungere la caserma e ricevere l’aiuto delle forze dell’ordine. «Ma siamo usciti da quegli uffici esattamente come siamo arrivati. Da soli. E abbiamo ricominciato a cercare» raccontano. Durante la mattinata di sabato i parenti hanno ricevuto la segnalazione di un giovane marocchino abbandonato davanti all’ospedale di Rozzano, con una ferita da arma da fuoco. Convinti si trattasse di Mohamed, hanno raggiunto il presidio medico. Sul posto anche una pattuglia dei carabinieri, alla quale hanno spiegato nuovamente la situazione. L’indagine cerca ora di stabilire anche possibili collegamenti tra i due episodi.

Il ritrovamento è avvenuto attorno alle 17 di sabato. Quando i tre arrivati dalla Marsica hanno raggiunto il casolare abbandonato in cui il 21enne viveva abusivamente. All’interno i suoi effetti personali. Ma del giovane nessuna traccia. Il terzetto ha cominciato a setacciare l’area circostante il rudere, notati da un vigile urbano di Pieve Fissiraga. Che ha dato loro un aiuto. A circa 500 metri, in un campo di granturco, su una sponda di un canalone, il corpo del giovane. Avvolto da una tuta nera e dalla vegetazione delle campagne lodigiane. Kaoukeb Raji è morto per una fucilata al petto.

I familiari hanno raggiunto la strada e hanno chiesto aiuto ai passanti. L’intera zona si è riempita in pochi minuti. Sul posto sono sopraggiunte diverse pattuglie e il reparto scientifico dei carabinieri. Il medico legale incaricato dal sostituto procuratore Martina Parisi ha fatto risalire il decesso ad almeno 24 ore prima del ritrovamento. Sarà l’autopsia a fare ulteriormente luce su possibili colluttazioni o sulla presenza di tracce organiche che possano aiutare gli inquirenti a individuare l’assassino. L’esame si terrà nelle prossime ore all’istituto di Medicina legale di Pavia.

Il luogo in cui è stato trovato il corpo è stato sequestrato e passato al setaccio al fine di raccogliere altri elementi. L’arma non è stata trovata. I familiari sono assistiti dagli avvocati marsicani Mario Del Pretaro e Luca e Pasquale Motta. Sul caso indagano i carabinieri di Lodi, guidati dal maggiore Daniele Brasi. Si cerca il cugino della vittima, Mohamed Iaraichi, autore della telefonata. L’uomo è al momento irreperibile e se ne ignorano i motivi. Sa qualcosa? Ha visto altro? Interrogativi posti dagli stessi familiari del 21enne assassinato e abbandonato senza pietà.

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