Morgese: «Al Teatro Zeta vogliono farci i vaccini» 

Il direttore dello spazio di Monticchio denuncia la crisi del settore spettacolo  Incarnati: «Troppi progetti fermi». Tomei: «Ci hanno chiuso e dimenticato»

L’AQUILA. All’uscita del Dpcm che chiudeva cinema e teatri, aveva sbarrato le porte del Teatro Zeta con tanto di lucchetto e si era fatto riprendere con un nastro adesivo alla bocca. Ora sotto agli occhi c’è una mascherina, ma è come se quel nastro ancora ci fosse. Manuele Morgese, direttore artistico dello spazio di Monticchio, non si rassegna al fatto di restare con le mani in mano in attesa di nuove disposizioni. «Al momento, la riapertura dei nostri spazi non è neanche in discussione», rimarca. «Addirittura c’è chi pensa di utilizzare cinema e teatri chiusi come luoghi in cui somministrare i vaccini».
Il riferimento è alla proposta della virologa Ilaria Capua in vari interventi in tv e sui giornali. «A questo punto», prosegue Morgese, «pur nel rispetto della necessità di sostenere gli sforzi di quella che sarà una grande e complicata campagna di vaccinazione, sono pronto a scrivere sull’insegna del mio teatro “Osteria numero mille”. Non è possibile che nessuna forza istituzionale si muova in difesa di chi fa teatro. Lo stesso ministro Franceschini è intervenuto veramente poco». Anche a livello nazionale, sono state poche le voci contro la serrata. Solo il maestro Riccardo Muti riuscì a veicolare attraverso la stampa un formale accenno di protesta che strappò una risposta immediata al presidente del Consiglio. Certo, le attività del Teatro Zeta continuano, c’è stato un corso a distanza e Morgese continua a scrivere un testo di denuncia-riflessione sulla mafia.
Ma senza sapere quando riprenderà la stagione – attiva solo per poche settimane come nel caso della Barattelli e della Sinfonica – non è la stessa cosa. Il Tsa sarebbe comunque partito nel 2021. «Se è vero che non ci sono proteste eclatanti», osserva Eugenio Incarnati di Teatrabile, «è vero anche che al momento operatori del teatro hanno scelto di partecipare a vari tavoli di coordinamento a livello regionale. La situazione in Abruzzo è delicata, di recente è andato in pensione anche Giancarlo Zappacosta, dirigente di settore, e tanti progetti sono fermi. Noi, intanto, portiamo in streaming le nostre pillole Pentothal». Porte socchiuse a Spazio Rimediato, teatro off dell’Aquila, con molti attori che hanno scelto di rinunciare alle prove. Di fatto, l’autocertificazione copre solo i professionisti. «Stiamo lavorando on line», sottolinea Giuseppe Tomei, «io in particolare con un corso di scrittura creativa. Naturalmente speriamo di riprendere la stagione di prosa e con essa le produzioni. Benché dimostrata la sicurezza di teatro e cinema, abbiamo subìto un altro stop. Nessuno, invece, si sognerebbe di toccare i luoghi di culto». Periodo di fermento, comunque, per Tomei che arriva in libreria col suo nuovo “Dittico Noir”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA