Morosi del Progetto Case: «Un mese, poi lo sfratto»

Partite le prime ottanta ingiunzioni di pagamento a chi non corrisponde il canone. L’assessore De Santis: «Dati sconfortanti, segno di scarsissima responsabilità»

L’AQUILA. Hanno 30 giorni di tempo per sanare la loro posizione. Altrimenti diventeranno effettivi i primi 80 sfratti dagli alloggi del Progetto Case.

Sono partite ieri le 80 raccomandate con le ingiunzioni fiscali, destinate ad altrettanti nuclei familiari che risultano morosi totali: non hanno mai pagato il canone di affitto. Altre 400 sollecitazioni sono state invece inviate agli assegnatari che non ottemperano al pagamento delle utenze, dopo le 800 recapitate la scorsa estate. Il prossimo passo, anche per loro, sarà l’ingiunzione fiscale. L’amministrazione comunale ha finora temporeggiato ma adesso, con il parere favorevole dell’avvocatura, ha dato il via libera alle procedure di revoca delle abitazioni assegnate dopo il sisma.

L’assessore Lelio De Santis è perentorio: «L’accelerazione è un atto dovuto, visto che nonostante le diffide dei mesi scorsi, c’è una parte degli inquilini che continua a non pagare. E di fronte al pericolo imminente di un indebitamento che potrebbe far colare a picco il Comune, abbiamo deciso di prendere provvedimenti seri. E per continuare su questa strada, ho chiesto che venga potenziato il personale dell’ufficio appena istituito, che si occupa della gestione del Progetto Case: la mole di lavoro è enorme, bisogna esaminare migliaia di pratiche. Basti pensare che su circa 4600 nuclei familiari abbiamo 1400 affittuari: di questi, 300 sono risultati morosi totali e, dopo i solleciti, siamo arrivati a 80 famiglie che ancora non pagano nulla e non hanno neanche richiesto la rateizzazione. Ebbene», sottolinea De Santis, «abbiamo fatto recapitare le 80 ingiunzioni fiscali: decorsi 30 giorni, verrà revocata l’assegnazione dell’alloggio. E non ci potranno essere né opposizioni, né ricorsi».

Per quanto riguarda invece le bollette delle utenze, ai primi 800 morosi totali oggetto di sollecito, ieri si sono aggiunti altri 400 tra morosi totali e parziali: le diffide potrebbero diventare anche in questo caso ingiunzioni fiscali, per chi non si metterà in regola nel pagamento sia del cosiddetto «primo bollettone» del 2013 (consumi fino al 31 marzo 2013) che del secondo (consumi fino al 30 giugno 2014).

«Avevamo invitato tutti a pagare», aggiunge De Santis, «prevedendo la rateizzazione e anche agevolazioni per le famiglie bisognose. Ma i dati sono sconfortanti: al 31 dicembre 2014 abbiamo incassato per il primo bollettone del 2013 solo 122mila euro, con un forte decremento: a gennaio 2014 erano stati 477mila; a marzo 409mila; a settembre 239mila; a ottobre 137mila. Stesso andamento per il secondo bollettone del 2014: a settembre l’incasso è stato di 346mila euro, a novembre di 233mila, a dicembre di 230mila. La gente non sta pagando. E questo è un segno di scarsissima responsabilità».

Romana Scopano

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