Morta la sorella del martire Mancini 

Addio a Maria, il fratello Carmine fu trucidato con gli altri otto giovani aquilani

L’AQUILA. È scomparsa all’età di 96 anni Maria Mancini, sorella di Carmine Mancini, uno dei nove Martiri aquilani. Nata all’Aquila il 7 novembre 1926, figlia del pittore Francesco Paolo e dell’insegnante Diega Caico, Maria aveva sposato Giuseppe Fasulo funzionario di prefettura e vice prefetto. Insieme a lui si era trasferita a Palermo.
Quando ha potuto, e sino a tempi recenti, non ha mancato di presenziare insieme al figlio Lucio alle cerimonie in onore dei nove giovani aquilani uccisi il 23 settembre 1943 e per la festa della Liberazione. Nel corso delle varie cerimonie aveva ricevuto dal sindaco Biagio Tempesta alcuni diplomi di riconoscimento a nome del Comune dell’Aquila.
Inoltre, in più di una circostanza, Maria Mancini ha recato nelle scuole cittadine la sua personale testimonianza sul tragico periodo della guerra e dell’occupazione tedesca, rendendosi interprete presso i nostri giovani di un forte sentimento di pace e di tolleranza umana.
Per sfuggire al Proclama di Kesserling che obbligava tutti i giovani ad arruolarsi nell’esercito tedesco, un gruppo di giovanissimi patrioti aquilani per difendere la dignità e la libertà dell’Italia, si rifugiò in montagna. Nel tentativo di unirsi alle Bande partigiane vengono però sorpresi dai tedeschi, catturati e fucilati. Il 23 settembre 1943 morirono così Anteo Alleva, Pio Bartolini, Francesco Colaiuda, Fernando Della Torre, Berardino Di Mario, Bruno D’Inzillo, Carmine Mancini, Sante Marchetti e Giorgio Scimia. I giovani aquilani, tutti tra i 17 e i 21 anni, furono trucidati il 23 settembre 1943, dopo essere stati catturati nel corso di un rastrellamento a Collebrincioni, nel tentativo di opporsi all’invasione tedesca durante la Seconda guerra mondiale.
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