Morto nella roulotte, l’addio ad Anzuini

Oggi alle 14,30 a Ville di Fano di Montereale l’ultimo saluto al 52enne. I familiari chiedono chiarezza

MONTEREALE. Saranno celebrati oggi alle 14,30, nella chiesa parrocchiale di Ville di Fano, frazione di Montereale, i funerali di Bruno Anzuini, morto a 52 anni per infarto mentre si trovava nella roulotte con la sua famiglia. Avevano scelto di passare lì la notte in seguito alla scosse di terremoto da che settimane stanno tormentando la popolazione dell’Alta Valle dell’Aterno. In quella notte, in alcune zone, la temperatura esterna era scesa a -17 gradi. Quella roulotte, comunque, era in qualche modo riscaldata, come ha affermato la moglie dell’operaio comunale. Verso l’una di notte l’uomo ha accusato un malore.

La moglie alle prime avvisaglie del malessere ha subito chiamato la guardia medica e un’ambulanza si è mossa per prelevarlo e trasportarlo al pronto soccorso, ma è arrivato morto al San Salvatore a causa dell’infarto. Bruno Anzuini era conosciuto da tutti in paese anche perché lavorava come dipendente del Comune.

«Per noi», ha commentato nei giorni scorsi il sindaco il sindaco di Montereale Massimiliano Giorgi, «la morte di Bruno è una tragedia, anche perché era un amico mio e di tutta la gente. Forse lo stress di questi giorni, il dover dormire nella roulotte e il freddo polare di questi ultimi giorni hanno avuto un peso determinante per la sua fine prematura».

Ora si sta valutando circa la possibilità di presentare un esposto per verificare se nei soccorsi tutto sia andato per il verso giusto. Di certo il fatto che l’autorità giudiziaria abbia disposto l’autopsia lascia supporre che l’iter dei soccorsi sarà comunque vagliato in qualche modo. Anche se non ci sono dubbi che il decesso sia stato causato da un infarto.

A Montereale, comunque, la situazione post-terremoto è pesante. Il paese, di fatto, se non ci saranno interventi immediati, rischia di andare incontro a un progressivo spopolamento. Nessuno, per paura di nuove scosse, date per probabili da alcuni sismologi, dorme più in casa. «È un destino al quale dobbiamo ribellarci», ha commentato ancora il sindaco del centro montano, «perché non possiamo accettare che, passata l’emergenza dei primissimi giorni, il paese venga lasciato morire».

Qualcuno sostiene che se ci fossero stati alloggi antisismici adeguatamente riscaldati forse il destino di Anzuini sarebbe stato diverso. Una situazione che Montereale condivide, purtroppo, con tanti altri centri montani e che rischia di perdurare a lungo.

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