Museo Nazionale d’Abruzzo, a dicembre due nuove esposizioni: torna il trittico di Antoniazzo Romano

29 Ottobre 2025

Appuntamento per il 13 e il 18 dicembre. L’Aquila è pronta a riaccogliere il Trittico Dragonetti De Torres, menzionato già nel 1912 all’interno del palazzo Dragonetti, e di cui si erano perse le tracce

L’AQUILA. Poco meno di un mese e le sale del Museo Nazionale d’Abruzzo (MuNDA) si arricchiranno di due nuove opere d’arte. A partire dal 13 dicembre, infatti, tutti coloro che si recheranno presso il museo aquilano, provvisoriamente ospitato nella sede dell’ex mattatoio cittadino, potranno godere, oltre che della tradizionale collezione, anche di una pregevolissima new entry. Si tratta del Trittico Dragonetti De Torres, opera tardo quattrocentesca di uno dei protagonisti indiscussi del Rinascimento romano e centro-italiano, Antoniazzo Romano, qui impegnato nella rappresentazione di una Madonna con Bambino in trono e Santi su tre tavole diverse, ma in origine erano legate assieme da un’unica carpenteria lignea. Menzionato già dal 1912 all’interno del palazzo Dragonetti in via Roio a L’Aquila, dopo averne a lungo perso le tracce, il trittico sta finalmente per tornare a casa, per il rallegramento dei suoi cittadini e della direttrice Federica Zalabra: «L’ingresso di quest’opera nelle collezioni del Museo Nazionale d’Abruzzo mette a disposizione del pubblico e dona alla città quanto un tempo era custodito a L’Aquila in un luogo privato e inaccessibile e sottolinea il ruolo del museo come casa della cultura dell’intera regione».

Passata neanche una settimana, mercoledì 18 dicembre, sarà il turno di un’altra importante acquisizione. A venire esposta per la prima volta non sarà un’altra opera di pittura; bensì un gruppo scultoreo raffigurante l’Annunciazione e attribuito a Walter Monich, scultore di origini bavaresi che soggiornò in Abruzzo all’inizio del XV secolo. Il gruppo, composto dalle statue dell’arcangelo Gabriele e dalla Vergine Annunciata, giunge in deposito dal Bargello di Firenze, secondo una formula decennale rinnovabile che conferma come il dialogo tra realtà museali interregionali sia una good practice da incoraggiare.

Può dirsi soddisfatto il Direttore Generale Musei del MIC Massimo Osanna, promotore in prima persona di un’operazione che «consentirà non solo ai visitatori, ma anche alla comunità scientifica, di riscoprire un’importante opera del Quattrocento abruzzese nel suo contesto d’origine, favorendo nuove connessioni con le collezioni del museo e con il ricco patrimonio del territorio».