Nascite nel reparto “condannato”

Sulmona, due emergenze affrontate in poche ore. Il personale: «Quali disagi se fosse stato chiuso?»

SULMONA. La necessità di mantenere aperto il punto nascita emerge con tutta l’urgenza in queste ore, in cui si sono registrati tre parti in cinque giorni, due dei quali di urgenza. Le due mamme avevano deciso di andare a partorire fuori, ma i loro bambini hanno deciso di anticipare la loro nascita. Da qui la riflessione del personale del reparto sulla necessità di mantenere in vita la maternità sulmonese, condannata alla chiusura entro il 31 ottobre, così come deciso dalla Asl. Provvedimento che ha recepito le prescrizioni del carabinieri dei Nas e la conseguente diffida del sindaco e che scaturisce dal decreto del commissario ad acta per la sanità del febbraio scorso.

«Tre parti in cinque giorni sono un buon numero» dicono dal reparto «ma al di là di questo, quello che ci preme sottolineare è che due di questi sono stati fatti in urgenza. Ci chiediamo, dunque, cosa sarebbe accaduto se il reparto fosse già chiuso. La nascita è una cosa meravigliosa, ma non sempre si può programmare. Come accaduto a queste due mamme».

Nel frattempo, i parti sono scesi di circa trenta unità rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. «Purtroppo in molti credono che il reparto sia già chiuso» aggiungono da Osterticia e Ginecologia «ma non è assolutamente così. Quindi speriamo che queste notizie sugli ultimi parti facciano riflettere chi di dovere sul destino del punto nascita».

Il reparto è finito nella scure dei tagli avviata dal governo su quei reparti che non raggiungono i 500 parti annui. Anche se, in caso di eventuali complicazioni pre-parto, i rischi per la salute della mamma e del neonato si moltiplicano.

La riorganizzazione in atto non tiene conto delle lunghe distanze che le donne del Centro Abruzzo saranno costrette a percorrere per raggiungere gli ospedali dove partorire. Viaggi che vanno dai 60 ai 112 chilometri, con le doglie, per arrivare a Chieti (61 chilometri), Pescara (74), L’Aquila (112) o Avezzano (66).

Federica Pantano

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