Natale amaro per molti operai peligni Futuro incerto per Beta e Fonderia

Alla Saba si attende la proroga della cassa integrazione che scadrà a gennaio 2010.

SULMONA. Sarà un Natale amaro quello di molti operai finiti in cassa integrazione o in mobilità. Una festa senza sfarzi o scintillii con la paura di vedersi recapitare per la Befana, invece dei doni, notizie ancora più brutte. Resteranno in cassa integrazione fino al 25 aprile 2010 i dipendenti della Beta, azienda di utensili e accessori professionali, abbigliamento da lavoro e complementi per pneumatici.
Nei giorni scorsi, infatti, è stato firmato l’accordo nella sede di Confindustria all’Aquila sul rinnovo della cassa integrazione ordinaria, in scadenza a dicembre, per 14 dei 28 dipendenti in totale.

Ieri i sindacati hanno tenuto un’assemblea coi lavoratori per aggiornarli sulle novità.
La crisi dell’azienda è iniziata nel 2007, quando per via della diminuzione della commesse è stato ridotto il personale di circa il 50 per cento. Dai 47 lavoratori iniziali ne restano 28, di cui 21 operai e sette impiegati. L’azienda, nata nel 1923 ha stabilimenti in tutta Italia e filiali in Europa, di recente anche in Cina.

Alla Saba, invece, i circa cento dipendenti restano ancora in attesa di notizie sulla richiesta di proroga della cassa integrazione che scadrà il prossimo 11 gennaio. E ieri, a Pratola, è stato l’ultimo giorno di lavoro alla Foceit (Fonderia Centro Italia) che, come annunciato dalla proprietà, ha interrotto la produzione dopo anni di attività.
Si tratta di una chiusura annunciata ad ottobre e che contribuisce ad aggravare la crisi sul territorio.

La fonderia, l’azienda più grande di Pratola, con 36 dipendenti e un indotto di circa 90 persone e 5 milioni di euro di fatturato annuo, è entrata in crisi nel 2007 per carenza di commesse.
Intanto, per i dipendenti è attiva la cassa integrazione fino al 28 febbraio del 2010, ma i sindacati puntano ad ottenere un nuovo provvedimento per cessazione di attività, che duri almeno un anno.