Tecniche e modalità spiegate dall’architetto che contribuì alla rinascita del Friuli

«Nei paesi subito i cantieri»

Assemblea a Paganica, illustrate le proposte per ricostruire

PAGANICA. Gli strumenti per iniziare a ricostruire i centri storici già ci sono. Bisogna presto mettersi nelle condizioni di aprire i cantieri. Questo il senso di un’assemblea che si è svolta a Paganica.

L’assemblea è stata organizzata dalla Onlus «Salviamo Paganica» in collaborazione con la decima circoscrizione e il Comune. Hanno aderito anche le associazioni Empatia, San Gregorio Rinasce, Castelnuovo onlus e la Quinta circoscrizione. L’idea di fondo è quella di riproporre anche per i centri storici dell’Aquila, in particolare per i borghi lungo l’antico «Tratturo Magno» il modello di ricostruzione utilizzato in Friuli che, semplificando, fu quello di coinvolgere subito i proprietari degli immobili distrutti, creare dei consorzi e avviare i progetti e in tempi rapidi aprire i cantieri.

Per approfondire il modello Friuli è arrivato a Paganica l’inventore di quel modello, l’architetto Roberto Porzio-Biroli il quale nel 1976 era un giovane tecnico del Comune di Venzone e, partendo da quel borgo, mise a punto una serie di proposte che poi sono diventate norme legislative. Da allora tante cose sono cambiate anche dal punto di vista degli strumenti tecnologici e oggi il professore architetto Roberto Porzio-Biroli, che insegna alla Donau Universitat di Krems (Austria), è arrivato in Abruzzo per, dice «dare un contributo per far sì che la rinascita dei borghi sul percorso dell’antico tratturo avvenga il più presto possibile».
Durante l’assemblea di Paganica l’architetto non si è limitato a enunciazioni teoriche ma ha mostrato una «progettazione per la preparazione di un cantiere di restauro e ricostruzione immediata di un aggregato abitativo del centro storico di Paganica secondo le più avanzate metodologie di ricostruzione simultanea».

Il professore ha elogiato tutta la fase della messa in sicurezza di monumenti e abitazioni dell’Aquila e dei paesi, una fase che, ha detto potrebbe entrare in un manuale della messa in sicurezza da far studiare in tutto il mondo.
I momenti del lavoro di ricostruzione, in base al modello Friuli, dovrebbero basarsi, a Paganica (ma anche in tutti gli altri borghi) su una serie di passaggi: 1) catalogazione del patrimonio architettonico di un intero aggregato abitativo appartenente agli abitanti di Paganica; 2) smontaggio controllato di muri recuperabili; 3) progettazione con gli abitanti di ogni singolo lotto edificato per la preparazione di un cantiere pilota.

L’idea di apertura immediata di cantieri pilota anche all’Aquilano non nasce due giorni fa. L’architetto Porzio-Biroli - che è anche il vice presidente del comitato paritetico per i borghi rurali del ministero dei Beni culturali - già il 29 aprile del 2009, 20 giorni dopo la scossa più forte, aveva scritto al ministro Bondi per «preparare subito i progetti di ripristino e ricostruzione sui sedimi originari e aprire i cantieri simultanei su un intero borgo o più borghi, come ho avuto la possibilità di attuare con succeso in Friuli e in Campania consorziando i singoli proprietari che hanno partecipato ai progetti e ai lavori di ricostruzione». Nella stessa lettera venivano indicati anche i paesi in cui avviare cantieri pilota: Poggio di Roio, Paganica, Tempera, Onna, San Gregorio, Poggio Picenze, Castelnuovo, Villa Sant’Angelo, San Demetrio, Fossa, Sant’Eusanio, Casentino. A ben guardare tutti i borghi maggiormente colpiti dal sisma. A quella lettera il ministro non ha ancora risposto, ma Porzio-Biroli non si è certo arreso.