Mike Pompeo e la moglie Susan con il sindaco di Pacentro Guido Angelilli (a destra) e il governatore Marco Marsilio (a sinistra) nella recente visita in Abruzzo (foto di Claudio Lattanzio)

L'AQUILA

No di Pacentro alla cittadinanza onoraria al Segretario di Stato Usa

La decisione su Mike Pompeo presa due mesi fa dopo la visita nel comune dei bisnonni paterni, ma resa nota solo dopo che l'associazione "Un solo pianeta" ha chiesto chiarimenti sulla sua posizione filo-Trump nella crisi con l'Iraq

PACENTRO. Il Comune di Pacentro nega la cittadinanza onoraria al Segretario di Stato della Casa Bianca, Mike Pompeo, i cui bisnonni paterni, emigrati negli Usa, erano originari del piccolo centro peligno, esattamente come la cantante Madonna. La decisione è stata adottata nel novembre scorso dopo che i consiglieri comunali di opposizione, in seguito alla visita del Segretario di Stato, avevano proposto di conferire a Pompeo l'onorificenza.

La notizia della cittadinanza negata si è appresa solo dopo che l'associazione "Un solo pianeta", alla luce della crisi internazionale in atto tra Stati Uniti e Iran, per il raid ordinato dal presidente Donald Trump e avallato dallo stesso Pompeo, ha proposto di non concedere il riconoscimento di cittadino onorario di Pacentro.

“Ci chiediamo cosa ci sia da “onorare” nel comportamento di Mike Pompeo, totalmente appiattito sulle posizioni oltranziste di Trump e dei falchi del Pentagono", scrive Mario Pizzola a nome dell'Associazione, "egli si dichiara “deluso” della posizione assunta dai Paesi europei dopo l’uccisione, per ordine di Trump, del generale iraniano Qassem Soleimani. Per Pompeo le reazioni degli europei non sono state “utili” come lui si aspettava. Si attendeva forse che gli alleati gettassero altra dinamite nella polveriera del Medio Oriente, come ha detto l’ex vice presidente Joe Biden, riferendosi a Trump? Il New Jork Times ha scritto che la decisione di Trump, presa senza consultare né il Parlamento degli Stati Uniti né gli alleati europei, tra cui l’Italia, “è la mossa più rischiosa compiuta dall’America in Medio Oriente dopo l’invasione dell’Iraq nel 2003”. Molti analisti di politica internazionale prevedono che la deliberata uccisione del generale Soleimani creerà nuovi conflitti in tutta la regione del Medio Oriente, aumenterà l’odio nei confronti degli occidentali e porterà ad un incremento della violenza terroristica. In seguito all’eco dei tamburi di guerra che sale dal Medio Oriente il Dipartimento di Stato Usa ha invitato i cittadini americani a lasciare l’Iraq e la Nato ha rafforzato le misure di sicurezza nelle proprie basi. ”Gli italiani agiscono nel quadro Nato e se quest’ultima è nel mirino, lo sono anche loro”, ha detto l’ex capo di Stato maggiore, generale Fabio Mini. Vista la gravità della situazione non si vede che cosa ci stiano ancora a fare le truppe italiane in Iraq. Trump, spalleggiato da Pompeo, si comporta come un giocatore d’azzardo. Ma la posta in gioco è quella di un conflitto di vaste proporzioni nel quale potrebbe essere trascinato anche il nostro Paese. Il ruolo di Mike Pompeo in questa vicenda non ha nulla di encomiabile", conclude la lettera dell?Associaizone, "al contrario, esso rappresenta una macchia indelebile per un Paese come l’Italia che, nella sua Costituzione, “ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.