Ocre, folla per l’addio al carabiniere Russo morto in Trentino

Il corteo funebre preceduto dai militari in motocicletta Il ricordo di amici e colleghi: «Una persona stupenda»

OCRE. San Panfilo d’Ocre si è fermato, ieri mattina, per i funerali di Paolo Russo, il giovane maresciallo capo dei carabinieri morto alcuni giorni fa in un incidente in montagna sull’Alpe di Villandro, in Alto Adige. Il corteo ha attraversato le vie del piccolo centro preceduto dai carabinieri in motocicletta arrivati da Laives, dove Russo prestava servizio, e dai rappresentanti dell’associazione carabinieri. Accompagnato dal tricolore, il corteo funebre ha sostato davanti al picchetto d’onore dei colleghi dell’Aquila per gli onori militari. Presente, tra gli altri, il comandante provinciale dei carabinieri Antonio Servedio. Paolo Russo, la cui famiglia d’origine è molto conosciuta e stimata a Ocre, era scomparso domenica sera quando la compagna, non vedendolo rientrare a casa da un’escursione in montagna, aveva dato l’allarme. Il 35enne aveva parcheggiato la macchina nei pressi del rifugio Gasser, in provincia di Bolzano, per poi giungere fino al rifugio Monte Villandro, dove aveva anche firmato il diario delle presenze.

Da quel momento Russo non aveva più dato notizie, fino alla tragica scoperta dell’incidente. Le ricerche avevano visto impegnati un centinaio di uomini tra soccorso alpino, carabinieri e l’Alpenverein di Sarentino e Bressanone, assieme ai vigili del fuoco volontari di Villandro.

Quello di ieri è stato il secondo struggente addio a Russo, dopo quello avvenuto nella caserma Guella del Settimo Reggimento di Laives con centinaia di persone accorse a salutare il giovane, definito «persona stupenda e carabiniere esemplare».

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