Ofena, è rivolta per la scuola

Il sindaco: se la chiudono porteremo i ragazzi a Pescara

OFENA. Il paese di Ofena darà battaglia contro la chiusura, prevista il prossimo anno, del plesso scolastico (materna elementare e medie). Se sarà così sono tutti d’accordo nell’iscrivere i piccoli in una scuola della provincia di Pescara.

Tutto nasce da una recente riunione al termine della quale si è appreso che il plesso di Ofena, in tutto una trentina di ragazzini, sarebbe trasferito e accorpato a Capestrano sempre all’interno dell’istituto comprensivo di Navelli.

In una nota inviata al dirigente di quell’istituto comprensivo, Nicola Menna, il sindaco di Ofena Anna Rita Coletti lo invita a recedere da quel proposito che, comunque, è probabilmente frutto di direttive ministeriali.
«La scuola», dice il sindaco «rappresenta per tutta la cittadinanza una agenzia educativa efficace promotrice di valori e cultura; per i nostri alunni è l’unica fonte del sapere, unica occasione di apprendimento. La scuola genera un’opera di promozione dell’educazione.

In questo momento di disagio generale di una collettività colpita dal terremoto non può il ministero penalizzare ulterioremente un piccolo centro montano terremotato che con la chiusura arrecherebbe un grave danno alle famiglie» Vista la presa di posizione molto decisa «si invita il funzionario dell’istituto comprensivo di Navelli preposto a redigere l’organico del distretto a non tenere conto del numero degli alunni di Ofena». Tutto questo sarà poi comunicato anche alla Regione e al ministero della istruzione.

Secondo quanto assicura il sindaco tutta la cittadinza sostiene questa presa di posizione. «Il nostro Comune se non sarà soppressa la scuola», spiega il sindaco, «assicurerà un servizio di scuolabus per le elementari e medie istituirà una scuola dell’infanzia per nove alunni».
Il caso di Ofena non è certamente il primo ma nel corso degli anni passati sono stati molto frequenti chiusure di istituti in piccoli centri montani per la scarsezza di alunni. Un fatto che, come tutti i sindaci sanno, contribuisce a creare lo spopolamento nei loro paesi.

Quanto al paese della provincia di Pescara dove approdare ancora non è stato deciso ma potrebbe essere Bussi visto che si trova alla stessa distanza di Capestrano ma ci si arriva prima visto che la strada è rettilinea mentre raggiungere Capestrano è più faticoso per i bambini visto che ci sono molti tornanti lungo il percorso.

Va aggiunto, infine, che l’istituto che si vuole privare degli alunni è stato una dozzina di anni fa al centro di una vicenda di risonanza ultranazionale. Infatti un islamico fece ricorso al tribunale per ottenere la rimozione delle croci da quella scuola frequentata dal figlio. Ci fu una battaglia legale dai toni molto accesi, e sentenze di segno opposto, che si concluse con la decisione che il crocifisso doveva restare lì.

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