Operaio muore schiacciato da una trave

La vittima di Giulianova stava montando un macchinario. Un collega è rimasto ferito

L'AQUILA. Stava montando un macchinario per realizzare pareti mobili in cemento prefabbricate quando una pesantissima trave si è staccata e lo ha ucciso ferendo un altro operaio che era vicino a lui mentre il terzo collega è rimasto illeso.

La vittima dell'ennesima tragedia sul lavoro, la seconda in pochi giorni in Abruzzo, è un saldatore di 52 anni, Nicola Salvi di Giulianova. In ospedale è ricoverato l'altro operatore ferito. Si tratta di Remo Chiodi, di 63 anni, anche lui giuliese, e contitolare della ditta, il quale ha riportato un forte trauma toracico giudicato guaribile dai medici dell'ospedale San Salvatore in trenta giorni.

L'incidente mortale si è verificato ieri mattina verso le 10,30 all'interno del capannone della ditta Forex, situata nel nucleo industriale di Bazzano, che produce prefabbricati.

Gli operai, che lavoravano per la ditta «Chiodi Remo (il ferito) e Chiodi Roberto Srl» di Giulianova, erano stati chiamati dalla Forex Prefabbricati per montare e poi anche collaudare un macchinario, appena acquistato, con una grandezza di 20 metri per tre. In pratica rappresenta un grande piattaforma nella quale vengono costruite pareti mobili in cemento armato.

All'improvviso una trave molto lunga e pesante poco meno di una tonnellata, che serve per contenere il cemento fino alla sua essiccazione, sorretta da una catena, sulla quale scorreva un macchinario, si è staccata piombando su tre operai.

I soccorsi sono stati immediati ma per il povero Salvi non è stato possibile far nulla visto che è deceduto sul colpo. Il collega è stato ricoverato a pneumologia mentre il terzo addetto, superato lo choc, è stato portato brevemente in questura per raccontare quanto accaduto sotto i suoi occhi. Nulla altro ha potuto dire, tra le lacrime, se non che la trave era sorretta da una catena che si è spezzata. Si può ipotizzare che una sola catena non bastasse a reggere un peso di quella portata ma si tratta di valutazioni e ipotesi ancora tutte da verificare e al vaglio degli investigatori.

Le indagini sono state svolte dalla polizia e sul posto si sono precipitate alcune pattuglie della squadra Volante, coordinate dal dirigente Paolo Pitzalis e della squadra mobile coordinate dal dottor Domenico Farinacci intervenuta con agenti della polizia scientifica. Tutto il lavoro è stato coordinato dal pm Roberta D'Avolio la quale ieri ha anche fatto un breve sopralluogo proveniente dal vicino palazzo di giustizia: ora è in attesa delle risultanze investigative sulla dinamica della tragedia che farà la polizia. Un fascicolo completo dovrebbe esserle consegnato questa mattina.

Nel primo pomeriggio ieri la salma dell'operaio è stata trasferita all'obitorio dell'ospedale dell'Aquila, dove è avvenuto il riconoscimento da parte dei parenti arrivati da Giulianova.

Lunedì mattina nell'ospedale di Avezzano, verrà eseguita su disposizione del Pm l'autopsia, contestualmente alla notifica degli avvisi di garanzia per omicidio colposo e lesioni colpose.

Gli investigatori sono rimasti a lungo nel capannone della impresa aquilana per tentare di ricostruire la dinamica della tragedia. Al termine hanno messo i sigilli ai macchinari intorno ai quali c'è stato l'incidente sul lavoro. Naturalmente sono stati interrogate come persone informate sui fatti anche gli addetti e titolari della ditta aquilana nel cui capannone c'è stato il gravissimo incidente.

Sul posto anche gli addetti della Asl e gli ispettori del lavoro che svolgono delle indagini con relazioni parallele sull'accaduto. Presente anche un militare della stazione dei carabinieri di Paganica.

L'invio degli avvisi di garanzia, va detto, costituisce solo il primo passo per chiarire la dinamica della tragedia. Infatti è molto probabile che nelle prossime settimane verrà disposta una consulenza dalla stessa procura della Repubblica con la nomina di un perito. Tutto questo verra fatto, ovviamente, con modalità finalizzate a non penalizzare in futuro il lavoro della impresa aquilana

La Forex è una ditta che opera da qualche anno nel nucleo di Bazzano. Su nostra richiesta l'impresa, pur nella disperazione della giornata di ieri, ha dichiarato tramite un anonimo portavoce che si è trattato di una «tragedia non imputabile a incuria o negligenza ma per la rottura imprevedibile di un macchinario».

«Sono rimasto davvero male quando ho appreso la notizia» commenta l'avvocato Lorenzo Di Marzio presidente del nucleo, «da parte mia posso soltanto esternare le mie sincere condoglianze ai disperati parenti della vittima e un in bocca a lupo al ferito». «Naturalmente», aggiunge l'avvocato di Marzio, «ribadisco l'invito alle imprese a osservare sempre le norme antifortunistiche per evitare drammi come quello che stiamo commentando».

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