innovativo intervento di neurochirurgia 

Operato al San Salvatore torna a fare immersioni

L’AQUILA. Un paziente malato di Parkinson tornerà a fare immersioni in mare. È il risultato di un innovativo intervento finalizzato a ridurre i tremori applicando un neurostimolatore che legge l’attiv...

L’AQUILA. Un paziente malato di Parkinson tornerà a fare immersioni in mare.
È il risultato di un innovativo intervento finalizzato a ridurre i tremori applicando un neurostimolatore che legge l’attività cerebrale profonde dell’encefalo. Un intervento eseguito all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, nel reparto di neurochirurgia, su un paziente arrivato dalla Campania.
Si tratta della cosiddetta neurochirurgia funzionale, una tecnica che l’ospedale aquilano pratica con successo ormai da oltre un anno. Infatti, il reparto del San Salvatore è tra i pochi centri in Italia ad avere la Neurochirurgia funzionale, se pur non ancora riconosciuta dalla Regione Abruzzo, che tratta i disturbi del movimento mediante la stimolazione profonda e richiama pazienti da ogni zona della Penisola.
È il caso dell’ultimo malato sottoposto al complesso trattamento nei giorni scorsi. Si tratta di un 50enne che vive a Pompei, dove si occupa del settore sicurezza nella sala operativa degli Scavi archeologici famosi in tutto il mondo. «Ho conosciuto la neurochirurgia dell’Aquila perché mi è stata consigliata da un centro medico qui in Campania», racconta il paziente, «e ora posso dire che essermi affidato a questi professionisti abruzzesi è stata la scelta giusta. Il personale medico è stato una piacevole sorpresa. Il dottor Alessandro Ricci, primario del reparto, mi è sempre stato vicino. Tutte le sere passava nella mia camera e si fermava a parlare, assicurandosi che tutto procedesse per il meglio. Il dottor Francesco Abbate, che ha eseguito l’intervento, è di un’umanità unica, una persona e un professionista sempre disponibile, fuori dal comune. E io posso dirlo con certezza perché ne ho girati tanti di ospedali. Il fatto che sia un capitano dei carabinieri è un’ulteriore garanzia. Quando si proviene da una scuola militare credo si abbia una marcia in più. Anche in sala operatoria, il personale è stato impeccabile. L’anestesista e le altre operatrici mi hanno spronato cercando di farmi parlare, di tenere aperto il dialogo durante l’intervento».
Dopo il trattamento, lo stile di vita del paziente si è totalmente rivoluzionato a livello lavorativo, a livello sociale e a livello familiare.
«Ora la mia vita è cambiata», spiega ancora il paziente napoletano, «da tre anni non dormivo più nel mio letto, ma su una poltrona che si alza elettricamente. Finalmente sono tornato a letto, accanto a mia moglie. Solo questo mi ripaga di tutte le sofferenze. E presto potrò tornare alla mia passione, quella dell’immersione».
Il paziente è stato selezionato dal neurologo Nicola Modugno. (p.g.)
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