Orso ucciso, nuovi esami a Grosseto

Trasferito in Toscana il materiale sequestrato a casa dell’operaio reo confesso

PETTORANO SUL GIZIO. Da oggi l’inchiesta si sposta a Grosseto. Tutti i reperti sequestrati nel corso della perquisizione domiciliare all’operaio dell’Anas, reo confesso di aver sparato all’orso trovato morto nelle campagne di Pettorano sul Gizio, saranno portati all’Istituto zoo profilattico per la comparazione con i pallettoni e i resti organici trovati nella carcassa e nello stomaco del plantigrado. Piume e resti dei polli, mangime e pallettoni che, secondo gli investigatori dovrebbero essere della stessa “famiglia”. Sempre oggi la Procura dovrebbe nominare i vari periti che saranno incaricati di effettuare le analisi: un perito balistico, un biologo e un veterinario ognuno per gli accertamenti di propria competenza. Nel frattempo è emerso che nel corso della prima perquisizione la Forestale non aveva recuperato solo cartucce da caccia e altre munizioni che non erano compatibili con quella con dieci pallettoni sparata addosso all’orso. Cartucce che l’indagato, Tonino Centofanti, ha consegnato alla Forestale, subito dopo la confessione resa davanti al pubblico ministero Aura Scarsella. Munizioni che l’uomo aveva accuratamente nascosto all’interno di un mobile della sua abitazione. L’uomo ha ammesso le sue responsabilità, dicendo però di aver sparato accidentalmente mentre l’orso gli si era alzato davanti a pochi metri. Da un primo esame della carcassa dell’animale sembrerebbe però che la fucilata sia stata sparata a 30 metri di distanza con il plantigrado di spalle.

Claudio Lattanzio

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