Ortaggi, i prezzi affondano

15 Agosto 2010

Carote ai minimi storici, invenduti gli altri prodotti

AVEZZANO. Crollano i prezzi degli ortaggi nel Fucino. Radicchio, finocchi e insalate vengono venduti dai contadini a prezzo di costo. Più difficile la situazione per i campi di carote, che in alcune zone della piana non vengono neanche raccolte a causa della totale assenza di acquirenti. Triplicato, invece, il prezzo delle patate rispetto al 2009. Sui tuberi, però, incombe l'ombra della speculazione dei commercianti campani. 

I RACCOLTI.
Acqua e sole. Poi il caldo delle scorse settimane. Gli ingredienti per un rigoglioso raccolto c'erano tutti. Tanto che subito dopo la semina gli agricoltori del Fucino avevano previsto un'ottima stagione. Erano forti soprattutto del fatto che sul mercato c'era poco prodotto, a causa delle pessime condizioni meteo riscontrate in diverse zone d'Italia. Di conseguenza gli ortaggi del Fucino sarebbero stati venduti a un buon prezzo. Le previsioni non si sono avverate. La situazione meteo, variata nel corso dell'estate, ha fatto risalire il prezzo al quintale di diversi ortaggi e automaticamente per il mercato del Fucino c'è stata una netta flessione. Gli ortaggi, pochi e di qualità, sono rimasti addirittura invenduti in diverse zone della Marsica, mentre per le patate ci sono buone prospettive di un'annata ottima. 

I PREZZI.
La patata ancora una volta si riconferma la «regina» del Fucino. Dopo la crisi dello scorso anno, quando il prezzo al quintale era sceso a nove euro a causa della concorrenza francese, il prezzo dei tuberi fucensi schizza a ventisette euro al quintale. Prezzi record dovuti sia alla scarsità del prodotto sul mercato europeo, sia alla qualità delle patate. Se l'Agata, tipo di patata molto diffusa nel Fucino, viene venduta in tutta Europa, gli altri ortaggi non vengono neanche raccolti. La carota, altro simbolo dell'agricoltura del Fucino, ha toccato il minimo storico dei dieci euro al quintale. A causa dell'assenza di mercato in alcuni campi i contadini preferiscono addirittura non raccoglierla per evitare di lasciarla marcire nei magazzini. Analoga è la situazione per finocchi, radicchio e insalate. I finocchi a stento sono riusciti ad arrivare a duemila cinquecento euro all'ettaro e le insalate hanno sfiorato i quattromila euro l'ettaro. Il radicchio, venduto dagli agricoltori a quaranta centesimi al quintale, in gran parte viene conservato nelle celle frigorifero in attesa di tempi migliori. 

LE PATATE. La sfida sulle patate tra il Fucino e la Francia prosegue anche quest'anno. I commercianti campani continuano a immettere sul mercato locale tuberi francesi per cercare di abbassare il prezzo dell'agata del Fucino. Se lo scorso anno questo sistema ha fatto crollare la patata locale, in questa stagione a stento riesce ad abbassare il prezzo di qualche centesimo. L'Agata infatti, seppure i quantitativi sono dimezzati, viene venduta a ventisette euro al quintale non solo sul mercato italiano, ma addirittura su quello europeo. Il prodotto infatti quest'anno scarseggia un pò ovunque e per questo la patata del Fucino spopola a prezzi record.  

GLI AGRICOLTORI.
«Le patate sono per noi una boccata d'ossigeno, se non ci fossero stati questi prezzi per molti contadini si sarebbe messa male». Così i contadini del Fucino descrivono la situazione di una stagione che doveva dare ottimi risultati. «Gli ortaggi non hanno più mercato», hanno precisato gli agricoltori, «se le aziende agricole hanno guadagnato qualcosa è stato solo grazie alle patate, che però devono essere disseminate nei tempi giusti altrimenti si macchina e perdono valore. Il nostro è un prodotto d'eccellenza e per questo viene premiato dalle tavole italiane ed europee».

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