Ospedale con 10 posti letto

Al vaglio dei sindaci la nuova proposta di Venturoni
PESCINA. Nuova proposta di riconversione per l'ospedale "Serafino Rinaldi". Il sindaco di Pescina, Maurizio Radichetti, sta vagliando in queste ore l'offerta dei vertici sanitari regionali che prevede: 40 posti letto per la residenza sanitaria assistenziale e 10 per l'ospedale di comunità. Il pronto soccorso potrebbe rimanere aperto. Intanto è tutto pronto per la manifestazione che si svolgerà domani a Roma.
L'INCONTRO. La partita era ormai chiusa quando martedì sera, dopo l'incontro infuocato tra il sub commissario Giovanna Baraldi e i sindaci della Valle del Giovenco, Maurizio Radichetti è stato convocato per un nuovo tavolo. La Baraldi, il manager Giancarlo Silveri e l'assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni, gli hanno presentato una nuova opzione di riconversione per l'ospedale di Pescina. «L'ipotesi che mi hanno proposto prevede 40 posti per la residenza sanitaria assistenziale e 10 per l'ospedale di comunità», ha precisato il sindaco.
«Abbiamo 48 ore per pensarci, dopo di che dovremmo decidere se accettare o meno». La proposta presenta a Radichetti ha in poco tempo creato una sorta di effetto domino. Il primo cittadino di Pescina ha subito convocato un incontro con la sua giunta comunale, tenutosi ieri, e oggi incontrerà i sindaci della Valle del Giovenco per trovare insieme a loro una soluzione volta sempre a tutelare il diritto alla salute dei residenti.
LA PROPOSTA. Secondo l'ipotesi di riconversione presentata al sindaco Radichetti, oltre ai 40 posti letto per la Rsa e i dieci posti per l'ospedale di comunità (ricoveri non esterni) all'ospedale di Pescina resterà anche il Pronto soccorso. Di fatto comunque l'ospedale verrebbe trasformato e perderebbe i posti letto per acuti. La Residenza sanitaria assistenziale infatti è una struttura a impronta sanitaria, ma non ospedaliera, nella quale vengono ricoverate persone non autosufficienti, che non possono essere assistite in casa perché necessitano di specifiche cure mediche di più specialisti e di una articolata assistenza sanitaria.
Mentre l'ospedale di comunità, che dovrebbe essere ospitato sempre nel Serafino Rinaldi, rappresenta un modello socio sanitario innovativo che si pone tra l'ospedale per acuti e le cure domiciliari. Con questo tipo di struttura protagonisti diventano i medici di medicina generale che decidono il ricovero, le terapie e le dimissioni. Sul Pronto soccorso invece Radichetti è stato chiaro: «Noi ci batteremo fino alla fine per fare in modo che rimanga così com'è ora».
A ROMA. Tutto pronto intanto per la manifestazione di protesta che si terrà domani a Roma. La responsabile del comitato pro ospedale di Tagliacozzo, Rita Tabacco, sta organizzando la protesta. «Se i vertici della Regione Abruzzo non ci hanno ascoltato lo dovrà fare il ministro della Salute Fazio. Gli ospedali di Tagliacozzo e Pescina non si toccano».
L'INCONTRO. La partita era ormai chiusa quando martedì sera, dopo l'incontro infuocato tra il sub commissario Giovanna Baraldi e i sindaci della Valle del Giovenco, Maurizio Radichetti è stato convocato per un nuovo tavolo. La Baraldi, il manager Giancarlo Silveri e l'assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni, gli hanno presentato una nuova opzione di riconversione per l'ospedale di Pescina. «L'ipotesi che mi hanno proposto prevede 40 posti per la residenza sanitaria assistenziale e 10 per l'ospedale di comunità», ha precisato il sindaco.
«Abbiamo 48 ore per pensarci, dopo di che dovremmo decidere se accettare o meno». La proposta presenta a Radichetti ha in poco tempo creato una sorta di effetto domino. Il primo cittadino di Pescina ha subito convocato un incontro con la sua giunta comunale, tenutosi ieri, e oggi incontrerà i sindaci della Valle del Giovenco per trovare insieme a loro una soluzione volta sempre a tutelare il diritto alla salute dei residenti.
LA PROPOSTA. Secondo l'ipotesi di riconversione presentata al sindaco Radichetti, oltre ai 40 posti letto per la Rsa e i dieci posti per l'ospedale di comunità (ricoveri non esterni) all'ospedale di Pescina resterà anche il Pronto soccorso. Di fatto comunque l'ospedale verrebbe trasformato e perderebbe i posti letto per acuti. La Residenza sanitaria assistenziale infatti è una struttura a impronta sanitaria, ma non ospedaliera, nella quale vengono ricoverate persone non autosufficienti, che non possono essere assistite in casa perché necessitano di specifiche cure mediche di più specialisti e di una articolata assistenza sanitaria.
Mentre l'ospedale di comunità, che dovrebbe essere ospitato sempre nel Serafino Rinaldi, rappresenta un modello socio sanitario innovativo che si pone tra l'ospedale per acuti e le cure domiciliari. Con questo tipo di struttura protagonisti diventano i medici di medicina generale che decidono il ricovero, le terapie e le dimissioni. Sul Pronto soccorso invece Radichetti è stato chiaro: «Noi ci batteremo fino alla fine per fare in modo che rimanga così com'è ora».
A ROMA. Tutto pronto intanto per la manifestazione di protesta che si terrà domani a Roma. La responsabile del comitato pro ospedale di Tagliacozzo, Rita Tabacco, sta organizzando la protesta. «Se i vertici della Regione Abruzzo non ci hanno ascoltato lo dovrà fare il ministro della Salute Fazio. Gli ospedali di Tagliacozzo e Pescina non si toccano».
© RIPRODUZIONE RISERVATA