Parla la rettrice dell'Aquila: "Giusto il ritorno alle tasse"

ça Inverardi: per molti studenti saranno più basse del 2008 e comunque non superiori a quelle di altri Atenei

L’AQUILA. «La revisione del sistema di contribuzione per gli studenti universitari è frutto di un attento studio e di proiezioni a medio/lungo termine dell’attuale stato delle cose». La rettrice Paola Inverardi non ci sta a interpretare il ruolo della «cattiva» e vuole spiegare perché, dal prossimo anno, a suo parere, è necessario che gli studenti tornino a pagare le tasse e come queste siano di fatto «per molti più basse del 2008» e comunque non superiori a quelle che si pagano in altri atenei. Consapevole dell’opposizione di parte dei rappresentanti degli studenti, è decisa ad andare avanti «perché», spiega, «questo è il primo passo verso la normalità, persa nel 2009». Venerdì si è riunito il cda dell’Ateneo, e nei giorni precedenti era stato convocato il Senato, ma per una decisione definitiva sulla questione tasse bisognerà aspettare il 30 luglio. Qual è l’iter per l’approvazione del nuovo sistema di contribuzione? «La proposta di una nuova tassazione può essere fatta dal consiglio di amministrazione. Per questo motivo il Senato accademico ha potuto solo indicare una linea di indirizzo. È invece lo stesso cda ad aver elaborato una proposta che adesso dovrà essere ratificata nella seduta del 30 luglio. Il 29, invece, si riunirà il consiglio studentesco per discutere dell’argomento. Il parere di quest’organo, seppur obbligatorio, non è vincolante. Nel frattempo faremo ulteriori simulazioni per limare quanto più possibile. Penso comunque che non ci saranno stravolgimenti rispetto a quanto stabilito venerdì».

Le contestazioni degli studenti riguardano soprattutto il fatto che il nuovo sistema prevede un’entrata dalla contribuzione, stimabile intorno ai 14 milioni, che dovrebbe gravare su un numero di iscritti previsto di circa 21000, a fronte degli attuali 24000.

«I 14 milioni che intendiamo recuperare rappresentano il budget oggi a disposizione dell’Ateneo, quello che arriva annualmente dall’accordo di programma con il ministero e che ha permesso l’esenzione dalle tasse. Sappiamo che presumibilmente il numero di studenti dal prossimo anno diminuirà, passando, secondo le nostre previsioni, da 24000 a 21000 circa. D’altra parte quelli attuali sono numeri gonfiati appunto dalla tassazione zero. Quando i tributi saranno reintrodotti, moltissimi studenti inattivi lasceranno l’Università, mentre resterà solo chi ha davvero intenzione di studiare. Il lavoro fatto dai nostri organismi tende dunque a ottenere una cifra che si avvicini agli attuali 14 milioni distribuendola su un diverso numero di studenti. Altrimenti bisognerebbe far a meno di alcuni servizi e il consiglio d’amministrazione dovrebbe prendersi tutte le responsabilità del caso. I 22600 iscritti del 2008, in base a una simulazione, avrebbero dato oggi un introito di 15,5 milioni. Siamo assolutamente in linea con le stime».

Rispetto al pre-terremoto cosa cambierà nella distribuzione delle tasse?

«Per molte fasce di reddito la tassazione è documentatamente più bassa, mi riferisco agli studenti che hanno un reddito Isee fino a 35000 euro. Abbiamo previsto, inoltre, una serie di sconti per diverse categorie: non solo per le famiglie che hanno più difficoltà economiche, ma anche per gli studenti della magistrale con un voto di diploma superiore a 80/100 e per chi deve affrontare la specialistica e ha un voto di laurea superiore a 100/110. Agevolazioni sono previste anche in base all’attività di ogni studente, certificata dai crediti accumulati».

Sarebbe stato possibile rinviare la reintroduzione della tassazione attraverso un nuovo accordo di programma?

«Dal ministero abbiamo ottenuto apertura sulla politica di incentivazione e agevolazione in materia di tasse, abbiamo chiesto anche manforte per il problema degli affitti, proprio per non vessare gli studenti. L’accordo di programma scade il 31 dicembre e non sarebbe stato corretto chiedere contributi ulteriori per la sospensione delle tasse. Bisogna tornare alla normalità. Avere studenti inattivi non è bene per l’Ateneo, piuttosto preferiamo incentivare chi vuole davvero laurearsi».

Cosa accadrà a settembre?

«La prima rata, quella di settembre, non si pagherà. Per tutti, dunque, quest’anno si avrà uno sconto di almeno 300 euro. Gli studenti perciò sono chiamati a pagare solo la seconda rata e per il futuro possiamo pensare anche a una revisione della tassazione con dati più certi alla mano: a luglio sapremo quali saranno i numeri della popolazione studentesca. Non è mia intenzione perdere gli studenti e farò tutto quello che è di mia competenza per venire loro incontro. Per noi sono importanti».

Michela Corridore

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