Pescasseroli: la “mano secolare” che difende il Parco 

L’artista Pavone ha installato un’imponente scultura in legno nel museo all’aperto di ArteParco

PESCASSEROLI. L’arte contemporanea è sempre più protagonista all’interno del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
A confermarlo la terza installazione site specific “Un tempo è stato”, realizzata a Pescasseroli dall’artista Alessandro Pavone, nell’ambito del progetto ArteParco che dà la possibilità ai tanti visitatori di scoprire in modo inedito le bellezze naturalistiche di uno dei luoghi più incontaminati e antichi d’Italia.

ArteParco è un progetto che nasce con la volontà di portare l'arte contemporanea all'interno di uno dei luoghi naturalistici più antichi e suggestivi d'Italia: il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Ogni anno un artista viene invitato a confrontarsi con le Foreste Vetuste del Parco – dichiarate nel 2017 Patrimonio dell'Unesco – rendendole così, non solo cornice, ma parte stessa dell'opera Il progetto ArteParco è ideato dall'agenzia di comunicazione Paridevitale che lo ha realizzato insieme all'Ente Parco e al Comune di Pescasseroli, e sviluppato in collaborazione con Bmw Italia, azienda che si distingue per il suo consolidato impegno rivolto alla sostenibilità e alla protezione ambientale, e Sky Arte, il primo canale televisivo dedicato all'arte in tutte le sue forme.

Il museo all’aperto quest’anno offre l’immagine della mano, un’imponente installazione lignea site specific raffigurante un tronco di braccio umano, dalla cui mano sembra nascere uno degli affascinanti alberi presenti nel Pnalm: una riflessione sul legame tra uomo e natura, sulla meraviglia del ciclo della vita, così breve per l’esistenza umana rispetto al mondo naturale.
Si tratta infatti di una enorme mano di legno, lunga oltre cinque metri, adagiata esanime su un clivo erboso, costruita di tronchi scolpiti con la motosega e montati con una precisissima tecnica a incastro, ricalcando le forze statiche e dinamiche muscolari e strutturali alla base di una mano.
«Un connubio perfetto e raro quello tra arte e natura», afferma Luciano Sammarone, direttore del Parco, «che unisce la bellezza artistica a luoghi unici e incontaminati, creando un percorso dove ognuno può perdersi nell’esplorazione di se stessi e del luogo circostante. Un posto in cui l’arte dialoga con la natura attraverso l’utilizzo esclusivo di materiali ecologici e naturali e dove l’opera stessa diventerà parte della natura abbandonandosi allo scorrere delle stagioni».
Elegante nel movimento del palmo e nella postura classica delle dita, l’opera esprime anche forza nei muscoli e resistenza nell’arco saldo del polso. Quasi come una montagna, l’artista ha voluto dare alla scultura delle dimensioni imponenti, che trasmettessero al contempo una forza antica e un senso di protezione.

L’opera, interamente realizzata in legno, è costituita da elementi sagomati ricavati da un tronco di larice secolare, sradicato dalla tempesta di Vaia, in Trentino, nel 2018.
Alessandro Pavone, classe 1973, coerentemente con una visione che mira alla più alta salvaguardia della natura, ha infatti personalmente individuato l’albero, con il supporto del servizio di custodia forestale del comune di Folgaria (Trentino), dando origine con il progetto a un ponte ideale tra Trentino e Abruzzo, territori accomunati da un’attenzione unica alla valorizzazione naturalistica. (m.l.)
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