L’INTERVENTO<BR>

Petricca: quella vicinanza intellettuale e umana tra Esposito e Silone

 A poco più di un mese di distanza dalla scomparsa del professor Vittoriano Esposito pubblichiamo un ricordo di Pasquale Petricca  «Con la scomparsa di Vittoriano Esposito, avvenuta il 14 febbraio, l'Abruzzo e la cultura italiana perdono un intellettuale di assoluto valore e uno dei maggiori esperti dell'opera narrativa e saggistica di Ignazio Silone.  Egli scoprì presto una vocazione letteraria che l'ha fatto apprezzare come poeta e poi saggista, con opere monografiche sui maggiori poeti e scrittori italiani non trascurando, nel contempo, le figure cosiddette "minori" del mondo letterario (ne sono frutto, tra l'altro, il Parnaso d'Abruzzo e la monumentale antologia "L'altro Novecento").  Accanto a quest'attività va annoverata una dedizione inesauribile alla critica letteraria e artistica, all'ideazione e fondazione di riviste, a collaborazioni prestigiose anche straniere.  Nella vastità e varietà del suo lavoro di letterato risalta, rivelandocelo un devoto cultore, la produzione saggistica su Ignazio Silone. Sono almeno undici i libri dedicati alle sue opere: l'ultimo nel 2010, "Scritti su Silone".  Questo ci fa entrare nel vivo della peculiare attività che qualifica Esposito come intellettuale siloniano, noto e apprezzato in ambito nazionale. Siloniano anche per quel suo richiamarsi, come credo politico, a un socialismo ideale (anche ideologico, ma non partitico), umanistico e fondato su una fraterna solidarietà, affine al cristianesimo delle origini, evangelico-pauperistico, tanto vagheggiato da Silone non solo in contrapposizione alla chiesa- istituzione ma anche come regola che dovrebbe sostanziare le relazioni sociali (la sofferta utopia siloniana: una società retta dall'amore. Ricordiamo la sua risposta "Sarà cristiana la società in cui l'amore sostituirà le leggi" in un'intervista rilasciata a "La Fiera Letteraria" nell'aprile del 1954).  Ora mi consento un ricordo personale che mi è caro anche perché testimonia le doti di garbo e di modestia dell'uomo.  Nell'agosto del 2006 avevo segnalato Esposito alla giuria del Premio internazionale Ignazio Silone per l'assegnazione del riconoscimento.  Nella lettera scrivevo (riporto solo pochi passi): "Vittoriano Esposito fu al fianco di Silone, giacché ne condivideva le idealità politiche, anche nelle dure prove elettorali degli anni successivi. Egli conserva tuttora, coerentemente, l'originario credo ideologico perché esso ha per basi - così com'era per Silone - quelle esigenze di libertà dell'uomo (da bisogni e condizionamenti, e nelle relazioni con le istituzioni) e di giustizia (nei confronti e rapporti soprattutto con i più deboli), che possono realizzare un sistema di solidarietà sociale. Ha approfondito e chiarito agli altri i messaggi e valori espressi dalle opere di Silone, diffondendone la conoscenza in convegni di studio (nazionali e internazionali), in dibattiti, in aule scolastiche, nel Centro Studi di Pescina ("Lezioni Siloniane"), in conferenze tenute in Italia e all'estero; ha raccolto i risultati del proprio imponente lavoro in articoli e saggi innumerevoli, pubblicati da prestigiose riviste. Solo per citare: Tempo Presente, Oggi e Domani, Quaderni Siloniani (da lui fondata), Biblioteca della Nuova Antologia-Firenze, Nuova Antologia (Le Monnier-Firenze), e in molti libri d'indubbio valore scientifico, letterario e divulgativo. Esposito ha condiviso - perché li sentiva propri - e condivide i valori che Silone ha esaltato e insegnato nei suoi romanzi e saggi: indipendenza intellettuale, onestà, verità, fraternità, uguaglianza, libertà, giustizia; e tutta la sua opera (di studio, saggistica, critica letteraria, divulgazione) li testimonia o rispecchia.  Del resto, chiunque ha occasione di conversare con lui, (del tutto particolare è quel suo modo di parlare: pacato, quasi sottovoce, rispettoso delle opinioni dell'interlocutore), ha modo di verificare quali siano i costanti valori di vita ai quali il colloquio inevitabilmente s'indirizza, e che all'occorrenza portano Esposito anche a chiarire: "Io, da siloniano convinto come mi professo modestamente da sempre".  Un giorno del successivo novembre mi decisi a informare Vittoriano sulla mia iniziativa. Gli portai copia della lettera, la lesse e con garbo - molto garbo - mi rimproverò per la proposta. (In sede di riunione farà accantonare subito la segnalazione, con un gesto conforme alla sua connaturata modestia e riguardoso verso gli altri commissari).  Era però contento di quello che io pensavo e avevo scritto sul suo rapporto ideale con l'opera letteraria e la figura di Silone: le parole - disse - rappresentavano bene la realtà, al punto che potevano restare valide e inalterate anche per il tempo successivo alla propria scomparsa.  Caro amico, come vedi, le parole di allora restano immutate; tu però ci sei mancato troppo presto. E ci mancheranno i tuoi modi cortesi, la tua modestia, la tua disponibilità ad ascoltare, il tuo tono pacato di parlare, i tuoi libri, i tuoi ragionamenti sulle opere di Silone.  Ciao Vittoriano, ci mancherai.

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