consiglieri territoriali critici

Piano regolatore, ci sono le prime contestazioni

L’AQUILA. Alcuni consiglieri territoriali Maura Vaccarelli (presidente del Ctp numero 7), Rita De Marco (Ctp I), Fabio Frutti (Ctp II), Mattia Scarsella (Ctp III), Francesco Speranza (Ctp III),...

L’AQUILA. Alcuni consiglieri territoriali Maura Vaccarelli (presidente del Ctp numero 7), Rita De Marco (Ctp I), Fabio Frutti (Ctp II), Mattia Scarsella (Ctp III), Francesco Speranza (Ctp III), Ilenia Menga (Ctp VII), Angela Lozzi (Ctp XII), Davide Petrarca (Ctp XII) invitano l’amministrazione comunale a riaprire il percorso che deve portare alla redazione del nuovo piano regolatore. «Abbiamo appreso» scrivono i consiglieri «che il Prg è in dirittura d’arrivo; a fine novembre andrà in Giunta per poi passare all’approvazione definitiva del Consiglio comunale. Lo strumento di pianificazione per eccellenza, che dovrebbe “governare” il territorio per qualche lustro, arriva tardi e male. Arriva tardi perché, pur essendo priorità nel programma di mandato 2012 del Sindaco, arriva agli sgoccioli della consiliatura e del doppio mandato sindacale. La discussione, a detta del Sindaco, si sarebbe esaurita con la richiesta di contributi ai Ctp, tra l’altro imponendo agli stessi tempi strettissimi. I Ctp, nonostante il nome, non sono e non possono essere gli strumenti di una vera democrazia partecipativa, poiché privi degli strumenti idonei ad attuarla, e sono, ad oggi, solamente organismi territoriali consultivi; strumentalmente si è ritenuto che i soli Ctp, peraltro con due territori senza Ctp costituiti, potessero sostituire un dibattito culturale che coinvolgesse i cittadini, i portatori di interesse, l’associazionismo, gli Ordini professionali, l’Università e il cespicante Urban Center, che fatica ancora ad essere trainante nello sviluppare percorsi partecipativi su un tema come il Prg. L’amministrazione avrebbe dovuto rinvigorire il dibattito, attivando veri percorsi partecipativi. Arriva male. La scelta di non redigere piani di riqualificazione della periferia e del centro storico e la sostituzione delle discipline della pianificazione, composizione e restauro con le “parole magiche” di “come era e dove era” ha delegato di fatto ai privati ogni podestà: i quartieri dormitorio di Pettino e Coppito sono solo più nuovi, non certo più belli e funzionali».