Piazza d'Armi, no al Comune

15 Settembre 2010

L'Ordine degli architetti boccia il masterplan: è caotico

L'AQUILA. L'Ordine provinciale degli architetti dà lo stop al progetto del Comune sulla nuova piazza d'Armi. Per quanto riguarda le ristrutturazioni chiede invece che venga quantomeno semplificata la procedura per gli aggregati strutturali nei centri storici a causa dell'imminente scadenza delle presentazioni.

L'assemblea dell'Ordine di architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia, presieduta da Gianlorenzo Conti ritiene di non condividere il masterplan elaborato dal Servizio ripianificazione del Comune in quanto non è stato concertato con la cittadinanza e con le professionalità del territorio.

«Il Masterplan», si legge su una nota inviata al Comune, «non configura un'identità del luogo ma è un mix di funzioni difficilmente compatibili tra loro: attività sportive nuove, teatro (proposta dell'architetto Cucinella), spazi verdi e parcheggi, chioschi, aree gioco, chiesa (?). lI masterplan è privo della necessaria capacità di tenere in gioco la complessità degli interventi».

Per gli architetti piazza d'Armi costituisce l'ultima occasione per L'Aquila di riqualificazione di un'area posta all'ingresso della città in un contesto oramai del tutto stravolto. Inoltre il masterplan del Comune, secondo l'Ordine professionale, non tiene in alcun conto il concorso-nazionale di idee organizzato dalla stesso Ordine nel 2007 («La Porta della Città») e che vide la partecipazione di oltre 40 gruppi italiani.

«L'Uta (Unione internazione Architetti) ha deliberato, nell'ultima riunione di Tokio, un concorso internazionale di architettura sulla'Aquila», fanno notare i professionisti, «questa può essere un'occasione da non perdere focalizzando il tema del concorso proprio sull'area di piazza d'Armi». Nel contempo l'assemblea ha preso atto di un altro masterplan elaborato dall'assessorato comunale all'Ambiente di riqualificazione dell'area "Parco del Sole". «Anche per questo masterplan valgono le stesse considerazioni», dicono all'Ordine, «con l'aggravante che il progetto tecnico è a firma di un gruppo di geometri, mentre quello naturalistico è a firma di un perito agrario».

L'altro punto su cui prende posizione l'Ordine professionale è quello relativo agli aggregati strutturali nei centri storici di fronte alla scadenza di lunedì 20 della presentazione delle istanze. «Tale scadenza non consente una presentazione completa rispetto a quanto richiesto nelle note comunali», scrivono all'Ordine, «ciò e imputabile alla difficoltà di reperimento di tutti i proprietari, ai rilievi da effettuare spesso in situazioni di pericolo, alle carenze delle informazioni catastali ed a molteplici altre motivazioni». Di qui la proposta di semplificare la presentazione delle istanze. Come? «Con un protocollo d'intesa», conludono gli architetti, «che consenta al "delegato dei proprietari" una dichiarazione con riserva di presentare successivamente integrazioni».

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