Piccone: ecco il mio piano per vendere l’ex ferrovia

L’imprenditore della Trara srl: «Ci sono 48 acquirenti, ma il Comune ha la priorità Il sindaco sa che l’opera arricchirà la città, ma deve giocare a carte scoperte»

AVEZZANO. Sparpagliate sulla scrivania dell’imprenditore Ermanno Piccone, titolare della Kromoss di Celano e capofila della società Rivalutazione Trara srl, ci sono 48 lettere. Appartengono ad altrettanti proprietari di immobili o terreni che si trovano lungo la ferrovia che dalla stazione di Avezzano raggiunge il nucleo industriale: tutti pronti a comprare i lotti. Un tracciato di oltre quattro chilometri che taglia in due la città, equivalenti a 33mila metri quadrati di terreno, che la Rivalutazioni Trara ha deciso di vendere (la stessa società è proprietaria dell’ex zuccherificio, ndr). Il Comune, al quale è stata presentata una proposta di acquisto, ha tergiversato. E così Piccone ha deciso di inviare 112 lettere a tutti i confinanti della ferrovia (i lotti sono molti di più). L’Archeoclub presieduto da Umberto Irti ha lanciato l’allarme, perché l’area di risulta della ferrovia – opera nata oltre cento anni fa con lo zuccherificio – rischia di essere spezzettata quando invece potrebbe essere riutilizzata al servizio della città. Il sindaco Gianni Di Pangrazio si è detto pronto a trattare. Solo parole? In città si è acceso un dibattito.

E l’imprenditore Ermanno Piccone, che a 76 anni conserva ancora un’invidiabile lucidità, ha deciso di dare una spiegazione sulla vicenda.

«Prima di Natale», afferma Piccone, «ho incontrato il sindaco Di Pangrazio per prospettargli la mia intenzione di vendere la ferrovia. Un secondo incontro c’è stato un mese fa tra me, il nostro avvocato Flavio De Luca, il sindaco Di Pangrazio e l’ingegnere comunale Francesco Di Stefano. Abbiamo fatto fare due perizie, una dallo studio del geometra Ranalletta e l’altro dalla società Sangritana: il costo complessivo dei terreni si attesta sui due milioni e 800 mila euro, tenendo conto dei valori di mercato nella città di Avezzano e del fatto che i binari passano anche in zone centrali. Il Comune ha detto che la cifra è troppo elevata, che al massimo sarebbe disposto a dare 200, 300mila euro. A queste condizioni non si può ragionare e così abbiamo mandato le lettere. E non è vero quello che dice il vicesindaco Boccia («nessuno è interessato all’acquisto», ndr). Hanno risposto in 48, ma altri proprietari ci hanno contattato».

Il futuro dell’area di risulta si deciderà entro settembre. In questo periodo, infatti, è prevista l’asta per la vendita della Presider, la fabbrica dell’acciaio chiusa da tempo. L’azienda dell’imprenditore Donato Lombardi è stata l’ultima a utilizzare i binari. Se non dovesse riaprire, la ferrovia diventerebbe un bene da dismettere per la Trara Rivalutazioni.

«Solo se la Presider dovesse riaprire e riutilizzare il treno per il trasporto della merce decideremmo di non vendere», riprende Piccone, «altrimenti il destino del tracciato è deciso. Ho voluto proporre l’acquisto al Comune perché sono il primo a capire che un’opera del genere arricchirebbe Avezzano. E anche le parole del sindaco, che parla di percorso pedonale e pista ciclabile, mi sembrano chiare. Ma va fatta una trattativa seria, cosa che finora non c’è stata. E io ci sto rimettendo dei soldi».

Ecco la proposta. «Il Comune può fare un’opzione di acquisto in attesa di ottenere eventuali finanziamenti per un progetto di rivalutazione dell’area», conclude l’imprenditore Piccone, «allo smaltimento di binari e traversine ci penserei io, ho già calcolato di recuperare 50mila quintali di ferro. Ma il Comune e il sindaco Di Pangrazio devono giocare a carte scoperte».

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