Ponte Belvedere, perde quota il ricorso al progetto dei privati 

Costi elevati e tempi troppo lunghi le perplessità avanzate in commissioni sull’elaborato Unirest E la giunta annuncia la presentazione, entro due settimane, di una proposta tra quelle avanzate

L’AQUILA. Perde quota l’ipotesi del project financing per il Ponte Belvedere. Ieri, in commissione territorio, sono state illustrate tutte le possibili soluzioni praticabili. La giunta, attraverso il vicesindaco Raffaele Daniele, ascoltato insieme all’ingegner Mario Di Gregorio (responsabile unico del procedimento), si è impegnata a presentare una proposta compiuta entro due settimane. Ma da ciò che è emerso durante la seduta, che fa il paio con le perplessità manifestate dai cittadini nei due incontri partecipativi organizzati dall’amministrazione insieme all’Urban Center, è diventato chiaro come il progetto presentato dalla Unirest presenti costi troppo elevati e tempi di realizzazione troppo lunghi.
LE QUATTRO IPOTESI. Le soluzioni venute fuori finora sono quattro. La prima è quella del com’era dov’era: il ponte verrebbe lasciato com’è, con minimi interventi di consolidamento. La seconda è quella della demolizione senza ricostruzione. La terza è quella del dov’era, ma non com’era, con la sostituzione dell’attuale arcata centrale con una nuova campata in acciaio. La quarta, infine, è quella che prevede la demolizione dell’attuale struttura e la realizzazione di un nuovo ponte nell’ambito di un più ampio progetto di riqualificazione di tutta l’area di Fontesecco. In questa direzione vanno sia il project financing presentato dall’impresa aquilana Unirest sia la proposta inviata dall’archistar tedesco Volkwin Marg nell’ambito dell’iniziativa “Nove artisti per la ricostruzione”.
PROJECT FINANCING. Il progetto della Unirest – un nuovo, avveniristico ponte sormontato da un grande arco a forma di “A” e dotato, ai lati, di parcheggi e nuove costruzioni da adibire a uso commerciale – appare di difficile attuazione. Anzitutto per i costi: 33 milioni di euro, il 20% dei quali (poco meno di 7 milioni di euro) a carico del Comune. Quest'ultimo, però, in cassa ha solo 1,5 milioni. Anche ammesso che il budget possa essere ampliato con i 3,5 milioni che potrebbero arrivare da una delibera stralcio del Cipe che il responsabile della Struttura tecnica di missione, Fabrizio Curcio, ha detto di voler istruire per chiudere una serie di progetti rimasti incompiuti, a disposizione ci sarebbero comunque “solo” 5 milioni. Ma le incognite sono anche altre: l’aumento delle cubature, i tempi di realizzazione, l’impatto dei lavori sui residenti, l’inserimento di un progetto ultra moderno nel contesto architettonico di via Fontesecco e la costruzione di nuovi locali commerciali in una zona che non ne ha bisogno, il rientro dell’investimento da parte di Unirest. LE ALTRE SOLUZIONI. Qualche consigliere ha suggerito la soluzione dell’abbattimento senza ricostruzione, ma anche questa è difficilmente percorribile. Il Comune sarebbe propenso a scartare anche l’ipotesi del com’era e dov’era con il solo consolidamento strutturale: «Sebbene sia stato certificato che non ha problemi di staticità», ha detto Raffaele Daniele, «il ponte presenta comunque segnali di ammaloramento ed è stato costruito 50 anni fa. Se lo lasciassimo così com’è, rischieremmo di dover intervenire di nuovo tra 5 o 10 anni». Restano dunque due strade: la sostituzione della sola campata centrale con una struttura in acciaio, così come previsto dallo studio Romolini e da una delibera approvata dalla giunta nel dicembre 2017 su proposta dell’allora assessore Guido Quintino Liris (costo dell’intervento: 2,5 milioni): o il progetto dell’architetto Wolkwin Marg, che prevede la demolizione del ponte e la sua sostituzione con una struttura in acciaio, con due torri-ascensore al posto dei piloni. È l’ipotesi per cui spinge Daniele, che vorrebbe riqualificare la zona di via Fontesecco riconnettendola a via Giovanni XXIII e al quartiere della Rivera. Il progetto, 5 milioni il costo stimato, andrebbe però sviluppato, perché ad oggi è poco più di una bozza.
©RIPRODUZIONE RISERVATA