Porta Barete, chiesto un incontro urgente con il sindaco
Allarmate le associazioni: «Finora mai avuti chiarimenti sulle ipotesi di riqualificazione delle mura cittadine»
L’AQUILA. Si dicono «allarmati per le sorti di Porta Barete e delle mura civiche della città» e per questo chiedono all’amministrazione comunale, e in particolare al sindaco Massimo Cialente, un’assemblea cittadina entro mercoledì prossimo. Ad alzare la voce sono i rappresentanti dell’Archeoclub dell’Aquila, dell’associazione «Panta Rei», della compagnia «Rosso d’Aquila», del gruppo aquilano di Azione Civica «Jemo ’nnanzi», della sezione locale di Italia Nostra e di Legambiente Abruzzo Beni Culturali. «L’amministrazione comunale resta sorda alle nostre legittime richieste», scrivono in una nota. «Sono ormai mesi che migliaia di aquilani si battono senza tregua a difesa della principale ricchezza della città: il suo valore storico e ambientale. Ma ad oggi, nonostante gli incontri che ci sono stati, non abbiamo avuto alcuna risposta dall’amministrazione comunale e dagli organi competenti circa le sorti di Porta Barete e la riqualificazione complessiva delle mura civiche aquilane. Il terremoto ha distrutto. Quale occasione migliore della ricostruzione per far rinascere la città più bella di com’era e per porre rimedio alle opinabili scelte urbanistiche del passato?». La situazione deve trovare una soluzione, ancor più dopo gli importanti ritrovamenti archeologici degli ultimi due mesi che hanno confermato il valore dell’area di Porta Barete con la riscoperta di strutture murarie difensive, tra le meglio conservate in tutto il circuito murario aquilano, così come indicato da numerose piante storiche cittadine. Sono terminate nei giorni scorsi, infatti, le indagini archeologiche nella zona. Il cantiere della Soprintendenza è stato chiuso dopo mesi di lavori e importanti ritrovamenti: dall’antica struttura muraria con cui nel 1308 era stato realizzato il corpo di guardia della Porta, al leone in pietra calcarea, di epoca romana. Adesso bisognerà decidere il destino dell’area su cui continua il braccio di ferro tra Comune, Soprintendenza e residenti di via Roma 207, il condominio che rischia di essere delocalizzato per la tutela dei reperti emersi. «Risulta inaccettabile, sia a livello locale sia internazionale, che una tale ricchezza storico-architettonica possa essere di nuovo ignorata, squalificata, addirittura interrata e relegata ai margini del tessuto urbano», continua la nota. «Chiediamo al sindaco un’assemblea cittadina. Facciamo appello a quanti hanno a cuore le sorti dell’Aquila, già ferita e che va risarcita per le gravi perdite subite, di mobilitarsi chiedendo alle autorità competenti un intervento che, nella massima salvaguardia dei diritti dei residenti dell’area, garantisca anche le richieste/diritti della collettività mediante la riapertura e opportuna riqualificazione di un settore delle mura di grande valore storico e simbolico per la città, come attestato da fonti storiche grafiche e fotografiche. Chiediamo, inoltre, a chi di competenza in materia, un pronunciamento che possa definire l’assetto dell’area di Porta Barete in base al codice dei Beni culturali e del paesaggio del 2004 che affida non solo al ministero preposto, ma anche agli enti locali, il compito di tutelare il patrimonio culturale quale bene della comunità. La mancata possibilità di fruizione e di recupero dell’area di Porta Barete e di quanto emerso in sede di scavo archeologico, costituirebbe un danno con la certezza che non si vada nella direzione della salvaguardia dei beni culturali. Intanto i cittadini continuano a firmare una petizione on-line».
(m.c.)
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