Pratiche ferme, tassa per sbloccarle

29 Novembre 2016

Genio civile: 600 gli atti da esaminare. Barattelli (Ance): meglio pagare che avere i cantieri bloccati

L’AQUILA. Nei cassetti del Genio civile sono ferme circa 600 pratiche della ricostruzione. Trecento di queste mai prese in esame, altrettante in lavorazione da mesi. Per superare lo stato di impasse e dare un’accelerata all’approvazione dei progetti, il consiglio regionale ha approvato, nella seduta del 17 novembre scorso, un sub-emendamento presentato dal presidente della Commissione territorio Pierpaolo Pietrucci, su proposta dell’Ance.

La novità riguarda l’introduzione di un costo di istruttoria che potrà variare tra i 200 e i 500 euro, proporzionalmente alla volumetria dell’intervento. Saranno, dunque, le imprese a coprire le somme per il personale aggiuntivo da impiegare nell’esame delle pratiche arretrate.

«L’entrata in vigore della riforma del Genio civile, approvata dalla Regione», spiega Ettore Barattelli, presidente dell’Associazione costruttori della provincia dell’Aquila, «ha introdotto un contributo per l’ istruttoria delle pratiche, necessario per consentire la velocizzazione delle stesse, con l’impiego di nuovo personale di Abruzzo Engeenering».

L’Ance ha contrattato una riduzione del sessanta per cento delle tariffe in vigore per tutti i progetti relativi al cratere sismico aquilano e per quelli che verranno presentati in seguito al recente terremoto del Centro Italia.

«A conti fatti», evidenzia Barattelli, «le imprese pagheranno tra i 200 e i 500 euro a pratica, come onere straordinario e temporaneo. Avranno, inoltre, la facoltà di recuperare i diritti di istruttoria chiedendo il rimborso alla committenza. Una norma che tende al potenziamento delle risorse a disposizione degli uffici del Genio civile per uscire da una situazione di stallo, che sta provocando un enorme rallentamento burocratico e un danno economico importante alle aziende e ai lavoratori che operano nel settore edile».

I diritti di istruttoria che saranno versati dalle imprese che lavorano alla ricostruzione confluiranno in un fondo a cui la Regione attingerà per pagare gli ingegneri a contratto che andranno a rafforzare, momentaneamente, l’organico del Genio civile.

«Non si tratta di un’ulteriore tassa, ma di un corrisposto», chiarisce in proposito Barattelli, «che non può essere inserito come contributo pubblico. Questo provvedimento va a colmare un vuoto normativo che consentirà di sbloccare centinaia di progetti, da mesi all’esame del Genio civile. Il fermo di un cantiere costa alle ditte ben più di 500 euro». (m.p.)

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