Ingv e Università Roma Tre isolano i meccanismi fisici delle rocce

Prevedere un sisma col radon Verificate le teorie di Giuliani

L’AQUILA. Isolati i meccanismi fondamentali che determinano la diminuzione o l’aumento del rilascio del gas radon prima di un terremoto. La scoperta è destinata a tracciare una nuova rotta verso possibili previsioni di eventi sismici e porta la firma di cinque studiosi dell’Ingv (Istituto di geofisica e vulcanologia) e dell’Università Roma Tre. Per ora riaccende un dibattito attorno alle teorie di Giampaolo Giuliani, il tecnico aquilano al centro di polemiche prima e dopo il 6 aprile.

Il lavoro di Paola Tuccimei, Silvio Mollo, Sergio Vinciguerra, Mauro Castelluccio e Michele Soligo è in fase di pubblicazione su Geophysical reaserch letters (Grl). Conferma che il radon - uno dei componenti della radioattività naturale - è un possibile precursore di eventi sismici. I cinque hanno misurato l’emissione del gas con un radonometro dotato di un detector per particelle alfa. I campioni di roccia sono stati deformati con una pressa uniassiale. In particolare, nei laboratori dell’Ingv e dell’Università Roma Tre, sono stati esaminati campioni di tufo rosso a scorie nere proveniente dalla zona vulcanica di Vico, nel Lazio.

«A differenza di quanto comunemente si ritiene, particolarmente alla luce dei recenti dibattiti sul terremoto dell’Aquila», spiega Vinciguerra, «oltre che ad aumenti di emissione di radon prima di un evento sismico si sono spesso osservate anomalie negative, cioè diminuzioni di emissione, in diversi contesti geologici. È noto che le rocce hanno un contenuto molto variabile di porosità, cioè dei vuoti al loro interno. In termini di rilascio di gas, come il radon, questo si tradurrà inizialmente in una diminuzione di emissione: meno vuoti, meno spazi per i gas. E solo quando si formeranno fratture, che rappresentano nuove vie per i gas, l’emissione di radon aumenterà rispetto al suo valore di fondo.

In conclusione, sono stati isolati i meccanismi fisici nelle rocce responsabili della diminuzione e dell’aumento dell’emissione di radon osservati sul terreno prima di eventi sismici o vulcanici. La nostra scoperta ha permesso di isolare i meccanismi fondamentali che determinano la diminuzione e l’aumento di radon prima dei processi di rottura, che avvengono durante terremoti o eruzioni vulcaniche. Nei prossimi anni potremo sviluppare un modello per i cambiamenti di emissione di radon e fornire un supporto quantitativo all’interpretazione delle anomalie di questo gas prima di eventi sismici e vulcanici».

Sullo studio Ingv-Università Roma Tre è intervenuto anche Giampaolo Giuliani. Secondo il tecnico, misurando le variazioni di concentrazione di radon in un terreno monitorato si può prevedere un sisma fino a 24 ore di anticipo. «Sentire da studiosi Ingv», afferma Giuliani, «che il radon può essere considerato un valido precursore sismico è una conferma di quanto abbiamo detto e osservato dal 2002 attraverso le nostre ricerche. Con un gruppo di ricerca internazionale stiamo mettendo a punto una strategia per arrivare al più presto a realizzare un sistema di monitoraggio dei precursori sismici in grado di salvare vite umane». Oggi Giuliani è a Sulmona, nel Gran Caffè dell’Annunziata, per presentare il libro «L’Aquila 2009. La mia verità sul terremoto». Giuliani è poi ospite della trasmissione «ArtCafè» di Onda tv.

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