Privacy, il garante europeo è un magistrato fuori ruolo

Buttarelli è in organico al tribunale di Avezzano ma da anni svolge altri incarichi Il Csm delibera il suo rientro in servizio, però c’è un ricorso al Consiglio di Stato

AVEZZANO. Giovanni Buttarelli, 59 anni, magistrato, dal 4 dicembre 2014, è il Garante europeo della privacy. Un incarico prestigiosissimo. Scorrendo, però, l’elenco dei giudici del tribunale di Avezzano, figura al primo posto. Come mai? Semplice: Buttarelli è un magistrato fuori ruolo, cioè comandato a prestare servizio presso un’altra amministrazione.

Il comando, per legge, deve essere “temporaneo”. Ma per Buttarelli dura da 26 anni. Nel 1989 diventa giudice del tribunale di Avezzano, ma dopo qualche tempo viene collocato fuori ruolo per ricoprire importanti incarichi prima al ministero della Giustizia e successivamente nelle Istituzioni europee. Continua però a far parte dell’organico del tribunale di Avezzano.

Una situazione che il Csm non intende più tollerare. Nell’aprile del 2014, il plenum del Csm deliberò, a maggioranza, che egli tornasse a fare il giudice ad Avezzano. Il Tar, davanti al quale Buttarelli ha impugnato la decisione del Consiglio superiore della magistratura, gli ha dato ragione. Ora l’ultima parola spetta al Consiglio di Stato.

Intanto, però, il Csm sembra sempre più determinato a stroncare, senza sconti per nessuno, il fenomeno dei giudici che restano per troppo tempo lontano dai tribunali. Il loro rientro in servizio potrebbe risolvere l’annoso problema delle carenze di organico. Così il 7 ottobre scorso, la terza commissione, all’unanimità, ha deliberato per la seconda volta il rientro in magistratura di Buttarelli. Ma Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm (presidente è il capo dello Stato), non ha messo la questione all’ordine del giorno del plenum, giustificando la decisione con l’esigenza di sottoporre il caso all’esame del Quirinale, considerate le implicazioni di carattere europeo.

Comunque, ha tenuto a sottolineare Legnini, prima di fare le proprie valutazioni, il presidente della Repubblica deve attendere la decisione del Consiglio di Stato. La delibera, pertanto, è rimasta congelata Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, tuttavia, ha assicurato che avrebbe sollecitato il Quirinale ad assumere un «orientamento», spiegando che quello di Buttarelli è «un caso specialissimo che in alcun modo può mettere in discussione gli orientamenti assunti dal Csm sul terreno del collocamento fuori ruolo dei magistrati».

Ma nel Csm c’è chi morde il freno. Nei giorni scorsi, infatti, il componente togato Piergiorgio Morosini è tornato alla carica con Legnini, invocando «coerenza, per non ridurre a proclami vuoti le decisioni assunte dal Csm sulla linea di rigore nei riguardi dei magistrati fuori ruolo».

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