Punta la pistola in fronte al nipote: zio a processo per minacce gravi

13 Settembre 2025

L’episodio avvenuto sotto gli occhi della moglie della parte offesa al culmine dell’ennesimo litigio. Perquisiti dai carabinieri auto, casa e capannone in uso all’imputato, ma dell’arma nessuna traccia

L’AQUILA. Un’escalation di minacce verbali che andava avanti da anni. Fino all’ennesima lite avvenuta per futili motivi, al culmine della quale un 71enne ha poi raggiunto la propria autovettura, ha armeggiato con un astuccio custodito all’interno e ne è infine venuto fuori impugnando una pistola a tamburo, che ha puntato dritto verso la sagoma del nipote. Prima a distanza, poi a bruciapelo, con la canna poggiata sulla fronte del parente. Infine è andato via senza premere il grilletto.

Ecco perché, il 13 ottobre, un aquilano di 71anni, F.N.G., dovrà difendersi dall’accusa di minacce aggravate dall’uso di arma da sparo nei confronti del nipote, W.G., di 58 anni. Lo ha stabilito il giudice Quirino Cervellini, al termine dell’udienza predibattimentale di ieri, dopo aver rigettato la richiesta di non luogo a procedere avanzata dal difensore del 71enne, l’avvocato Massimo Costantini del Foro dell’Aquila. Accolta invece la richiesta di rinvio a giudizio dell’indagato da parte del pm, Guido Cocco. L’episodio è accaduto all’esterno di un capannone agricolo in un paese del circondario, nel primo pomeriggio del 12 agosto 2024, sotto gli occhi della moglie della parte offesa. Quindi la denuncia del nipote – corroborata dalla sovrapponibile testimonianza della consorte – presentata nella caserma dei carabinieri. E le ricerche da parte dei militari dell’autore del presunto gesto delittuoso, poi individuato poco dopo nel bar del paese. Con i carabinieri subito a caccia dell’arma, mai però rinvenuta nonostante la perquisizione del veicolo, del capannone e dell’abitazione dell’indagato, titolare di porto d’armi per uso sportivo e possessore di una pistola Beretta calibro 7.65, già restituita però in questura – e rottamata – in un periodo antecedente ai fatti.

La parte offesa è rappresentata dall’avvocato Antonio Mancini del Foro di Tivoli.

©RIPRODUZIONE RISERVATA