Puntellamenti, liberi gli altri due indagati

1 Settembre 2015

Cessato il rischio d’inquinamento delle prove e di reiterazione dei reati, il Riesame revoca gli arresti

L’AQUILA. Niente pericolo di inquinamento delle prove e nessun rischio di reiterazione della condotta criminosa. Ragioni per le quali il tribunale del Riesame ha disposto il ritorno in libertà degli imprenditori Mauro Pellegrini e Giancarlo Di Persio, amministratori della Dipe srl, finiti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della Procura distrettuale antimafia sulle presunte mazzette negli appalti ad affidamento diretto dei puntellamenti post-sisma. Un’inchiesta sfociata a fine luglio in sei misure cautelari (cinque arresti domiciliari e un obbligo di dimora e firma) e in 13 avvisi di garanzia (alcuni dei quali nei confronti di dipendenti comunali). Tra le persone coinvolte anche l’ex consigliere comunale di centrodestra (con alle spalle un passato di amministratore comunale) Pierluigi Tancredi, ritenuto dagli inquirenti figura chiave dell’inchiesta. Per quest’ultimo il Riesame ha già disposto la trasformazione dei domiciliari in obbligo di firma mentre sono tornati liberi gli imprenditori Andrea e Maurizio Polisini e il giovane intermediario Nicola Santoro.

Ora i giudici del Riesame hanno disposto il ritorno in libertà anche per Di Persio e Pellegrini (difesi dagli avvocati Riccardo Lopardi e Massimo Carosi), ritenendo non più possibili eventuali attività di sviamento delle indagini e atteso che «la condotta di corruzione, ipotizzata dall’accusa, si sarebbe concretizzata negli anni 2009-2010, finché Tancredi non è cessato dalla carica di pubblico ufficiale (agosto 2010), salvo poi riprendere con dazioni di denaro nel 2013 e comunque fino a febbraio 2015». Inoltre per il Riesame, le condotte di truffa aggravata ai danni dello Stato, a carico degli amministratori della Dipe srl, «si sarebbero concretizzate fino al 2011quando sono stati ultimati e pagati i lavori di puntellamento al centro dell’indagine».

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