Quelle 15mila firme per la sicurezza

La petizione del Centro e la battaglia del comitato vittime del Fucino
CAPISTRELLO. Un’altra morte sulla Cintarella fa riaccendere la polemica sulla sicurezza delle strade del Fucino. Subito dopo la morte di Peppe Asci, barista di 37enne, originario di Venere di Pescina, morto annegato in un canale all’incrocio di Borgo Ottomila, a gennaio 2013 è partita una battaglia, per sollecitare un intervento sulla Marruviana. La morte di Asci arrivava poco più di un mese dopo quella di Alessandro Giancarli, di soli 23 anni. A indignarsi un gruppo di studenti del Liceo Classico, impegnato nel corso di giornalismo nella redazione del Centro. È così partita una petizione per sollecitare la Provincia a intervenire il prima possibile. Contemporaneamente sul giornale è stato inserito un contagiorni, a ricordare il tempo che passava.
Promotore dell’iniziativa anche il comitato delle famiglie delle vittime del Fucino, nato per volontà del padre di Giancarli, Roberto e della madre Maria Rita Di Benedetto. Sono arrivati poi i dipendenti delle aziende locali, insieme il vescovo dei Marsi, Pietro Santoro. Le firme, 15.560, sono state consegnate a febbraio, al presidente Antonio Del Corvo, nella redazione del Centro. A seguire arrivarono i lavori da sette milioni di euro per la messa in sicurezza del tratto tra via Nuova e il ponte di Borgo Ottomila. «Quel giorno Del Corvo ci promise che si sarebbe impegnato anche per fare qualcosa sulla Cintarella», commenta Giancarli, «ma non è stato fatto nulla. Stanotte ho sognato mio figlio. La nostra ferita non si rimarginerà mai ma così facendo ogni sforzo fatto diventa vano». (m.t.)
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