Rapina in gioielleria, è caccia ai complici 

Continuano le indagini degli inquirenti dopo i quattro arresti, si cercano ancora gli orologi rubati

L’AQUILA. Dove sono finiti gli orologi rubati? I quattro arrestati hanno potuto contare sulla complicità di altre persone? A queste e altre domande stanno cercando di rispondere gli inquirenti, che continuano ad indagare sulla rapina a mano armata del 27 gennaio scorso alla gioielleria Ranieri di corso Vittorio Emanuele, all’Aquila.
Gli autori del colpo non hanno risposto alle domande del Gip del tribunale dell’Aquila, che ha chiesto loro quale sia stata la destinazione della merce rubata, tre Rolex, nove Omega e due Tudor per un valore che si aggira intorno ai 100mila euro.
Si continua a investigare anche sul coinvolgimento di altre persone. Non è escluso, infatti, che ci possa essere qualche altro fiancheggiatore.
Il colpo è maturato negli ambienti della malavita laziale. Per ora agli arresti sono finiti Cristian De Lucia, 44 anni, di Latina e Roberto Sambrini (53 ) di Roma, entrambi con precedenti specifici per rapina. I due presunti esecutori materiali si trovano in carcere insieme a Salvatore Moreci (55) considerato il basista e il guidatore dell’auto della fuga, una Volkswagen Golf. Quest’ultimo, originario di Termini Imerese (Provincia di Palermo) risiede da anni all’Aquila. L’aquilano Marco Alfonsi (42) si trova invece ai domiciliari in virtù del suo ruolo marginale. Per gli investigatori avrebbe rubato la targa apposta sul furgone utilizzato per il sopralluogo avvenuto il giorno precedente al colpo. (f.d.m.)