Regione occupata per protesta Lolli e Pezzopane testimoni

22 Ottobre 2013

L’AQUILA. Quella volta a trettecare fu il cancello del Palazzo dell’Emiciclo, stretto d’assedio da centinaia di aquilani. In quella giornata si passò, in poche ore, dalla chiusura del governo sulla...

L’AQUILA. Quella volta a trettecare fu il cancello del Palazzo dell’Emiciclo, stretto d’assedio da centinaia di aquilani. In quella giornata si passò, in poche ore, dalla chiusura del governo sulla proroga della restituzione delle tasse sospese dopo il terremoto all’annuncio della «concessione».

Era il 23 dicembre 2010 quando la protesta aquilana, cominciata nel tendone di Piazza Duomo con un’infuocata assemblea,approdò nel palazzo sede del consiglio regionale. Gli effetti di quella manifestazione, con occupazione simbolica notturna, arrivarono fino a Roma. Se è vero, com’è vero, che se alle 17 fu interrotto il tavolo di confronto al quale partecipava anche il presidente della Regione, un’ora dopo gli aquilani erano già davanti ai cancelli dell’Emiciclo per farsi sentire. Non mancarono, quel giorno come in tanti altri giorni di mobilitazione aquilana post-terremoto, momenti di tensione. In serata, poi, l’annuncio da Roma della proroga delle tasse che segnò una sorta di tregua. A distanza di tre anni da quegli accadimenti in tribunale, sono finiti sotto processo in quattro. Si tratta di Enrico Ciccozzi, Nino Benito D’Innocenzo, Giovanni De Gasperis, Mauro Zaffiri. Ieri nuova udienza in tribunale di fronte al giudice Angelo Caporale per l’audizione di alcuni testimoni. Sono stati ascoltati la senatrice del Pd Stefania Pezzopane e l’ex parlamentare dello stesso partito Giovanni Lolli. Sono stati ricostruiti i momenti salienti di quell’intensa giornata. Una mobilitazione durante le feste natalizie. Tra le accuse contestate il danneggiamento e l’invasione di edifici. Il pubblico ministero ha chiesto un rinvio dell’udienza per aggiornare la lista dei testimoni. Per questo motivo la prossima udienza è stata fissata al 18 novembre. Il processo potrebbe ragionevolmente arrivare a sentenza entro fine anno. Recentemente un’altra protesta-simbolo, quella delle carriole sequestrate, è finita con l’assoluzione di sette imputati.

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