Resta disoccupato e si toglie la vita

29 Ottobre 2013

La disperazione di un muratore di 47 anni, da due mesi aveva perso il posto: temeva di non poter aiutare la famiglia

CAPISTRELLO. Perde il lavoro e si toglie la vita. L'ultima vittima della crisi occupazionale che sta colpendo l'Italia è Giancarlo Persia, 47 anni di Capistrello. Da due mesi era stato licenziato e non riusciva a mantenere la famiglia. Per lui continuare a vivere era diventato un peso insostenibile. La disperazione ha preso il sopravvento e ieri mattina, non appena è rimasto solo in casa, si è tolto la vita. La moglie Anna e le due figlie di 19 e 17 anni gli erano state vicine cercando di non fargli pesare la sua disoccupazione, ma non c'è stato nulla da fare. Giancarlo, appassionato di bicicletta, viveva a Capistrello con la famiglia. Aveva sempre lavorato in diversi cantieri edili della Marsica e nelle cave. Una vita semplice fatta di rapporti forti consolidati nel tempo. Poi è arrivata la crisi che ha paralizzato diversi settori, tra cui quello dell'edilizia. Giancarlo si è ritrovato senza lavoro. Nonostante l'esperienza decennale e la padronanza del mestiere non c'è stato nulla da fare. Ha iniziato un percorso altalenante tra un cantiere e l'altro fino a quando l'ultimo cancello si è chiuso ed è stato costretto a tornare a casa. Da lì l'ingresso nel tunnel della depressione fino a quando la delusione per questa vita lo ha completamente avvolto lasciandolo privo di speranze. A nulla sono valsi i tentativi di aiuto da parte di familiari e amici. Anche i servizi sociali del Comune avevano cercato di tamponare la situazione con dei sostegni economici, ma ciò non è bastato. Giancarlo non ha resistito convinto ormai di non poter dare un sostegno economico alla sua famiglia. A trovarlo in casa ieri mattina è stata la moglie che subito ha chiamato i soccorsi. Sul posto è arrivato il personale sanitario che ha cercato di rianimarlo, ma inutilmente. «Il problema della carenza del lavoro peggiora sempre più, soprattutto nei paesi dove la struttura economica è molta fragile», ha commentato il primo cittadino Antonino Lusi, profondamente scosso da questo lutto, «è un dramma per chi come noi è in prima fila e sa di non poter fare nulla. Giancarlo era una persona straordinaria, che purtroppo da due anni viveva in questa situazione difficilissima. Abbiamo provato ad aiutarlo per quel poco che abbiamo potuto, ma non è bastato. Il dolore è ancora più forte in questi casi quando si vive in un paese come il nostro dove tutti si conoscono come una grande famiglia».

Il dramma del lavoro, che sta colpendo tutta la Marsica, nella Valle Roveto è molto sentito. In molti, infatti, sono costretti a lasciare la famiglia per mesi trasferendosi al Nord per un posto di lavoro. Oggi alle 15 nella chiesa di Sant'Antonio la comunità di Capistrello si stringerà per l'ultimo saluto a Giancarlo.

Eleonora Berardinetti

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