Ricostruzione L'Aquila, giro di vite sui contributi per l'autonoma sistemazione

L’assessore Pelini: puntiamo a ridurre le spese. Oltre 4.300 persone ancora ricevono il Cas. Gli affittuari beneficiari del sostegno saranno equiparati ai residenti delle new town

L’AQUILA. Oltre 4.300 persone percepiscono ancora il contributo di autonoma sistemazione (Cas). Una spesa per le casse del Comune (e per lo Stato), che ogni mese sborsa 1,2 milioni di euro per gli assistiti. A conti fatti oltre 14,4 milioni ogni anno.

Una spesa destinata a ridurrsi al minimo assegnando quanti più alloggi provvisori possibili alle famiglie che percepiscono ancora il contributo. Pressioni, in tal senso, arrivano anche dal governo, che spinge per una riduzione delle spese post- sisma. In realtà il Comune ha più che dimezzato l’importo destinato al Cas rispetto al settembre del 2012, quando superava i tre milioni al mese. Attualmente la spesa per l’autonoma sistemazione è di 1,2 milioni, per un abbattimento complessivo del 60% «reso possibile grazie al censimento fatto nel settembre 2012 e tanto criticato e che, in realtà, ha permesso di portare a galla numerose criticità (ad esempio furono individuate mille persone che non avevano diritto al contributo) e di recuperare risorse consistenti», ha spiegato ieri l’assessore all’Assistenza alla popolazione, Fabio Pelini (affiancato dalla dirigente Patrizia Del Principe). Una spending review comunale che, per Pelini, deve andare avanti.

Con una nuova delibera approvata lo scorso 25 febbraio l'amministrazione comunale va avanti con l'operazione di razionalizzazione del contributo per l’autonoma sistemazione. «La delibera riguarda in maniera prioritaria gli affittuari dell'Aquila e della cosiddetta zona di mobilità», ha spiegato l’assessore Pelini. «Gli affittuari che percepiscono il Cas verranno equiparati a quelli che sono nel progetto Case, nel Fondo immobiliare o in affitto concordato che già pagano un canone di compartecipazione. Tutti coloro che beneficiano del contributo di autonoma sistemazione», ha aggiunto Pelini, «verranno contattati e sarà offerta loro la possibilità di andare a vivere in un appartamento del progetto Case o Map rinunciando al contributo e dando la priorità ai nuclei familiari che percepiscono il contributo più oneroso. In caso di rinuncia all’alloggio si perderà anche il Cas, ma non il diritto all’alloggio per il quale si potrà di nuovo fare richiesta sei mesi dopo». L’obiettivo è, per il Comune, «continuare sulla strada della razionalizzazione e della spesa oculata dei soldi pubblici».

Pelini ha anticipato, inoltre, che con una delibera allo studio sarà revocato l’assegno di autonoma sistemazione a coloro che dimorano nelle casette fai-da-te realizzate grazie alla delibera 58 del 2009. La riduzione delle spese coinvolge anche il settore del Sociale. È recente la decisione del Comune di assegnare a famiglie in situazione di fragilità sociale o a giovani coppie alloggi delle new town. Una norma che è stata fatta votare in Parlamento e che riguarda «famiglie che dovremmo altrimenti assistere con bonus o forme di inclusione sociale, ma abbiamo previsto che, in questo modo, ci sarebbe stato un risparmio. Anche a questo scopo», ha specificato Pelini, «stiamo cercando di liberare quanti più alloggi possibili anche velocizzando la disponibilità di quelli attualmente in manutenzione».

Intanto, sono stati aggiornati i dati sull’assistenza alla popolazione. Le persone che vivono nel progetto Case ammontano a 11.768, mentre sono 2.467 quelle che dimorano nei Map e 268 negli appartamenti del Fondo immobiliare. Dall'inizio dell'anno, invece, sono stato rinnovati 200 contratti di affitto concordato che erano scaduti alla fine del 2013.

Marianna Gianforte

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