Ricostruzione, le domande appese

Dopo le chiavi ecco tutti i quesiti affissi alle barriere della zona rossa. Quando e dove saranno sistemati i single e gli anziani? Dove sono finite le pietre di San Silvestro?

L’AQUILA . «Chi ha una casa E quanto tempo deve aspettare per rientrarci?». «Quando e dove saranno sistemati i single e gli anziani?». «Quanti anni ci vogliono per portar via le macerie?». Dopo le chiavi, ai cancelli della zona rossa spuntano fuori le domande che restano appese.

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BLOCCO FORZATO. Prima di arrivare nel cuore della zona rossa con i cartelli e le carriole, gli aquilani radunati alla Fontana luminosa chiedono e ottengono di attraversare tutto corso Vittorio Emanuele. Di fronte ai cancelli, chiusi, solo pochi attimi di tensione. Poi, come già avvenuto altre volte, al grido di «L’Aquila è nostra» e «Il Comune siamo noi», il corteo con quel carico di quesiti irrisolti abbatte ancora le barriere e si avvia verso piazza San Domenico, «dove», come annota Antonio Di Giandomenico «è tutto come stea», cioè come prima.

LE DOMANDE
. Anche Enza Blundo ha una domanda «in canna» da diverso tempo e la rilancia: «Dove sono custodite le pietre storiche dei 170 quintali di macerie prelevate il 5 febbraio dalla chiesa di San Silvestro, costruita nella seconda metà del 1300 dagli aquilani di Collebrincioni?». Su un altro cartello si legge: «Quanto è costato veramente il progetto Case?». E ancora: «Perché spostare i processi fuori dall’Aquila?» e «Quanti anziani sono ancora lontani dalla città?».

LE BANCARELLE. La primavera riporta anche una decina di bancarelle nella piazza priva del mercato da un anno e un mese. L’arrotino, il banco delle calzature e quello dell’abbigliamento tornano a esporre la loro merce. «Il nostro è un tentativo», commentano alcuni espositori. «Speriamo che presto questa piazza possa tornare a rivivere anche attraverso lo storico mercato». C’è lavoro anche per i negozianti che hanno riaperto nelle casette di legno alla villa comunale. Ma il «movimento» c’è solo il sabato e la domenica.

LE PROSSIME MOSSE
. Nell’assemblea dopo la sfilata, nel tendone surriscaldato di piazza Duomo, il movimento s’interroga sul suo futuro. «Una sferzata alle carriole», ovvero come proseguire la protesta e come centrare altri obiettivi. Spunta la proposta, per domenica prossima, di riempire le carriole con sabbia e cemento e, con l’ausilio di una squadra di esperti, mettere mano alla ricostruzione del muro di Porta Napoli. Poi Liduina Cordisco racconta di essere stata apostrofata così da alcuni militari: «Voi siete quelli che non hanno niente da fare la domenica».

I TURISTI DEL SISMA
. Turisti appena sbarcati dai pullman a passeggio lungo il corso. Per un gruppo di trentini («Siamo venuti a vedere cos’hanno realizzato i nostri corregionali») il bar Nurzia è una tappa obbligata. Ciascuno acquista un torrone che di solito, a maggio, si vende un po’ meno che a dicembre. Facce distese, sguardo verso l’alto, «clic» di macchinette digitali e cellulari in continuazione. Dialogo tra due aquilani che osservano la scena: «E se li facessimo pagare? Del resto, siamo o no la nuova Pompei?».

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