Rimane paralizzato dopo l’operazione perito "scagiona" sei medici aquilani

Depositata la consulenza disposta dal giudice che non rileva errori nelle metodologie adottate. L’avvio dell’inchiesta per lesioni dopo una denuncia di malasanità presentata dal paziente

L’AQUILA. Sembra destinata a finire in archivio un’inchiesta giudiziaria su una presunta colpa medica a carico di sei professionisti. I fatti risalgono al maggio dello scorso anno quando un paziente pugliese ricoverato all’ospedale San Salvatore venne operato e rimase parzialmente paralizzato per un certo tempo in seguito all’intervento. In seguito alla denuncia della parte offesa furono indagati i componenti dell’équipe medica che a vario titolo ha trattato il caso. Si tratta di Carlo Spartera, Marco Ventura, Pietro Scarpelli, Marco Leopardi, Angelo Di Sabato, Evelina Di Marco.

Più in particolare, secondo la tesi accusatoria che ora pare vacillare, i medici che avevano operato l’uomo per un aneurisma all’aorta addominale sottorenale avrebbero commesso degli errori che potrebbero essere collegati alla paralisi degli arti inferiori.

Secondo la difesa, invece, la paralisi sopraggiunta in seguito all’operazione risulta essere una conseguenza rara di questo genere di interventi in seguito alla mancata irrorazione dei vasi sanguigni negli arti inferiori. Ma va anche detto che, se non si fosse effettuata l’operazione, forse il paziente sarebbe deceduto.

Resta il fatto che il consulente del giudice per le indagini preliminari ha depositato tre giorni fa la sua perizia, dalla quale, secondo quanto si è appreso, appare inconsistente la colpa medica.

Al di là delle risultanze peritali, a breve ci doveva essere l’udienza davanti al gip ma questo non accadrà in quanto è in corso lo sciopero degli avvocati. È chiaro che la perizia, per quanto favorevole agli indagati, non chiude il caso visto che le conclusioni comunque saranno oggetto di una discussione tra le parti in data ancora da fissare. Ma è anche vero che le più recenti sentenze di Cassazione tendono a restringere sempre di più le colpe mediche. La parte offesa è rappresentata dall’avvocato Gian Luca Totani.

Intanto, ieri mattina, è stata rinviata, sempre per via dello sciopero degli avvocati, l’udienza preliminare, sempre per colpa medica, di una vicenda giudiziaria che procede con estrema lentezza. Al centro della storia la morte di un paziente, avvenuta nel 2007 in ospedale, in seguito alla quale sono sotto inchiesta i medici Gianfranco Amicucci, Vitantonio Mongelli, Renato Pietroletti, Mario Schietroma. Una vicenda giudiziaria per la quale l’Asl ha comunque già pagato un notevole risarcimento ma la causa penale va avanti. Si tratta di un caso che procede con lentezza anche perché il magistrato che lo doveva esaminare finì in carcere mesi fa. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Angelo Colagrande e Maria Teresa Di Rocco.

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