Ritorno alle tasse, oggi il no degli studenti

Ma mercoledì il cda dell’Università potrebbe dare l’ok alla scelta della rettrice sulla contribuzione

L’AQUILA. Che dal prossimo anno accademico, o meglio dal 2015, gli studenti dell’Ateneo aquilano torneranno a pagare le tasse è quasi una certezza. Sulle cifre, però, è braccio di ferro. Da un lato gli studenti, che hanno già minacciato un ricorso al Tar (tribunale amministrativo regionale), vorrebbero un rientro «morbido» dall’accordo di programma con il ministero, che ha permesso la sospensione dei tributi dal 2009; dall’altro la rettrice Paola Inverardi e il suo staff non sono disposti a cedere a una diminuzione drastica delle entrate rispetto a oggi (14 milioni di euro in totale, budget che arriva annualmente grazie all’accordo di programma). Sull’argomento si è espresso già il Senato accademico, formulando delle linee di indirizzo. Una bozza rivista e corretta da parte del consiglio d’amministrazione venerdì scorso, proprio nell’ottica della ricerca di un punto di incontro tra studenti e dirigenza d’Ateneo. Adesso la palla passa al Consiglio studentesco che si riunirà oggi per un parere obbligatorio, ma non vincolante. Parere che sarà con ogni probabilità contrario alla proposta del cda: gli studenti, infatti, avrebbero preferito una tassazione inferiore soprattutto per le fasce medio/basse. Le contestazioni riguardano il fatto che il nuovo sistema prevede un’entrata dalla contribuzione stimabile intorno ai 14 milioni di euro, che dovrebbe gravare su un numero di iscritti previsto di circa 21000, a fronte degli attuali 24000. A mettere un punto alla vicenda dovrebbe essere un’altra riunione del cda, convocato per mercoledì. D’altra parte giovedì primo agosto, partiranno le iscrizioni all’Ateneo e per allora la questione dovrà essere necessariamente definita. Salvo imprevisti, il cda non potrà che confermare quanto già stabilito nell’ultima riunione con cinque voti su nove. I due rappresentanti dell’Udu (Unione degli universitari), infatti, hanno abbandonato la seduta per protesta. La proposta in discussione prevede due rate. La prima è formata da 140 euro di tassa regionale per il diritto allo studio e da 16 euro di bollo (totale 156 euro da pagare sempre, anche il prossimo settembre), poi da una tassa di iscrizione fissata dal ministero di 198,39 euro e da ulteriori 101,61 euro, una porzione della tassa contributiva (per un totale di 300 euro che nel 2014-15 non si pagherà perché ancora in vigore l’accordo di programma). La seconda rata è calcolata sull’indicatore Isee e va da un minimo di 100 euro per redditi da 0 a 15000 euro circa, a 220 per Isee di 20000 euro circa, fino a un massimo assoluto di 850 euro. Per gli iscritti in corso con almeno 12 crediti di attività annua e con reddito tra 0 e 10632 è previsto il rimborso della seconda rata. Per tutti gli altri si possono applicare una serie di detrazioni.

Michela Corridore

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