Romito: qui insegnerò la cucina abruzzese

Lo chef inaugura a Castel di Sangro il suo centro di alta gastronomia unico in Italia

CASTEL DI SANGRO. «Il mio desiderio è riuscire a diffondere la cultura gastronomica in Italia e nel mondo, formando quelli che saranno i veri ambasciatori dei nostri prodotti e dei nostri saperi». Era emozionato, Niko Romito, nel tagliare il nastro del centro «Niko Romito Formazione» inaugurato, ieri mattina, a Castel di Sangro.

FOTO Chef e allievi preparano il Pancotto

Il 7 maggio i primi studenti di questo centro di alta formazione gastronomica, unico in Italia, inizieranno i corsi, alternando una parte didattica a una pratica in laboratorio e nel territorio. Il Centro di alta formazione gastronomica di Niko Romito è stato realizzato con l'apporto scientifico dell'università di Scienze gastronomiche di Pollenzo e il supporto di Slow Food Italia. Sarà un centro di formazione per professionisti della cucina e della ristorazione di domani, ma anche qualcosa di più.

E' un sogno a lungo cullato che si realizza per Romito, 37 anni, il grande chef di Rivisondoli che, con il suo ristorante Reale, è fra i pochi italiani ad avere guadagnato le due stelle della prestigiosa guida Michelin (e si parla di un'ulteriore stella in arrivo con per la prossima edizione di quasta bibbia della gastronomia internazionale). Il centro Niko Romito Formazione è stato inaugurato in quella che sarà la sua sede, à a Casadonna, l'ex convento cinquecentesco di Castel di Sangro, che, dallo scorso anno, ospita anche il ristorante dello chef abruzzese. E proprio per favorire il continuo confronto tra lo chef e gli studenti che, per Romito, è fondamentale, la scuola ha sede accanto al suo ristorante, il Reale.

Alla presentazione, ieri mattina erano presenti anche il presidente di Slow Food Italia, Roberto Burdese, e il presidente Slow di Abruzzo e Molise, Raffaele Cavallo.

«Vogliamo che i produttori locali si confrontino direttamente con gli allievi, perché non si può pensare di fare alta cucina senza i grandi prodotti della nostra terra», ha detto Romito. «Il cuoco ora ha una grande responsabilità, non è solamente colui che trasmette la cultura del luogo e delle tradizioni, ma ha un ruolo sociale e deve essere anche un manager, ed è per questo che ho pensato di inserire corsi di gestione ed economia per aiutare i futuri cuochi ad affrontare le sfide che li aspettano nella loro carriera».

«Per Slow Food e l'università è stato naturale aderire a questo progetto, condividendone appieno filosofia e spirito. Per esercitare al meglio il suo ruolo (che oggi comporta grandi responsabilità e offre anche notevoli opportunità), lo chef moderno ha bisogno di consapevolezza e di conoscenza, e quindi di ottime scuole come questa», ha commentato Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia. «L'università di Pollenzo ha il cibo al centro dei suoi corsi, e immaginiamo Niko Romito Formazione come "cucina dell'università". Ovviamente come Slow Food favoriremo il contatto con i produttori, la diffusione dei principi della rete di Terra Madre e molti altri fronti di collaborazione, tra cui scambi didattici e formativi. Siamo onorati di aver ricevuto l'invito di Niko ed essere parte attiva in questo progetto e daremo il meglio per far si che sia un successo».

Pensiero condiviso anche da Raffaele Cavallo, presidente di Slow Food Abruzzo e Molise, secondo il quale, è fondamentale che «uno chef mantenga un legame forte con il proprio territorio, valorizzandone le materie prime e la cultura. L'economia del nostro Paese ha bisogno di rafforzarsi: questa iniziativa rappresenta una grande opportunità per l'Abruzzo e il Sud Italia».

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