Rose rosse e la toga sul feretro: L’Aquila dice addio a Francesco Silvestri

Folla a Collemaggio per i funerali del noto avvocato celebrati dal figlio Fabio sacerdote: «Un padre buono»
L’AQUILA. Il bacio del figlio Fabio, sacerdote dell’Ordine dei carmelitani scalzi, al feretro fasciato del nero della toga e del rosso del cuscino di rose dei suoi cari.
Questa l’ultima immagine del saluto cristiano all’avvocato Francesco Silvestri, che si è spento all’età di 80 anni a Roma.
Tutto attorno, nel sagrato di Collemaggio, il silenzio. Con lo sguardo amorevole della moglie Maria Vittoria, degli altri figli Luca, Teresa e Federica, dei nipoti e dei tantissimi altri familiari, amici e professionisti che lo salutano prima del viaggio verso l’ultima dimora terrena, il cimitero di Vittorito.
Basilica piena per i funerali del noto penalista aquilano, presieduti proprio da padre Fabio che, in questo tempio ancora devastato dalle ferite inferte dal terremoto volle celebrare la sua prima messa nel 2010. Nell’omelia viene tratteggiata la parabola umana di «un padre buono, un uomo che ha sempre cercato il bene e la felicità, prima di tutto quella degli altri». Alla fine della messa Francesca Bafile, a nome dell’avvocatura aquilana, guadagna l’ambone quasi interrompendo la musica per esprimere, attraverso un racconto segnato da ricordi personali, la sua gratitudine. Numerosa la rappresentanza di avvocati, così come quella dei suoi tanti amici professionisti impegnati nei vari settori. Poi la basilica si svuota: è tempo di allestire l’addobbo per un matrimonio. Alcuni amici riescono persino a sorridere al pensiero che, lui presente, avrebbe tirato fuori un’idea unica, geniale, per fare gli auguri agli sposi.