Salvato dopo due giorni al gelo

Escursionista bloccato nel rifugio dalla bufera di neve

SULMONA. E’ rimasto bloccato per due giorni con i piedi semicongelati nel rifugio Pelino, sulla cima della Maiella. Una bufera di neve e il telefonino in tilt lo hanno tenuto isolato dal resto del mondo. A salvarlo sono arrivati i volontari del Soccorso alpino, allertati dalla fidanzata che ne aveva denunciato la scomparsa. Ora Emiliano Orlandi, escursionista di 34 anni di Frascati, sta bene, anche se la paura di non farcela è stata tanta. Lo ha raccontato lui stesso ai suoi soccorritori che, dopo averlo rincuorato, lo hanno trasportato a valle con l’elicottero. Anche perché da solo non ci sarebbe mai riuscito, per via dei piedi semicongelati che non gli avrebbero mai permesso di camminare sulla neve.

Tutto è iniziato giovedì mattina, quando l’escursionista laziale ha iniziato a salire verso la cima del Monte Amaro. «Vado su e passo la notte nel rifugio. Torno venerdì in mattinata », ha detto alla sua fidanzata con la quale è rimasto sempre in contatto telefonico. L’arrampicata non è stata semplice, resa difficile dalla neve che in alcuni punti era molto alta. Con grande fatica Orlandi è riuscito ad arrivare al rifugio dove ha trascorso la notte. Il programma era che venerdì mattina sarebbe ripartito per tornare a valle.

A scombinargli i piani è arrivata una bufera di neve che gli impediva di scendere in sicurezza. «Avrei rischiato di perdermi, così ho deciso di restare nel rifugio», ha spiegato in seguito l’escursionista. Nel frattempo il suo telefonino è andato in tilt, molto probabilmente perchè scarico o proprio a causa delle temperature abbondantemente sotto lo zero. Così la fidanzata, che era in costante contatto con lui, sentendo il telefono isolato ha pensato che il suo uomo fosse stato travolto da una slavina. E così ieri mattina ha dato l’allarme al Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico.

Alle 11,30 i volontari del Soccorso alpino hanno iniziato le ricerche piazzando il campo base ai piedi della Maiella. Le squadre sono partite dall’Aquila, Avezzano, Penne, Sulmona e Chieti con dodici tecnici e un medico e nelle prime ore di ricerche hanno controllato tutti i bivacchi e i rifugi della zona alla ricerca dell’escursionista. E’ intervenuta anche la stazione di Roccaraso del Soccorso alpino della guardia di finanza.

Con l’arrivo dell’oscurità le squadre di soccorso sono state costrette a sospendere le ricerche, riprese ieri mattina con l’ausilio dell’elicottero, sul quale sono saliti il medico del soccorso alpino Gianluca Facchetti e altri soccorritori con i cani antivalanga. Erano quasi le 9 quando nelle vicinaze del rifugio Pelino hanno avvistato l’escursionista che aveva i piedi semicongelati dal freddo.

In pochi minuti l’elicottero lo ha tirato su e trasportato all’ospedale di Sulmona, dove è stato sottoposto alle cure del caso. In poco tempo Orlandi si è ripreso, tanto che non si è reso neanche necessario il ricovero in ospedale. Ad aspettarlo a valle c’era anche la fidanzata, felicissima di poterlo riabbracciare sano e salvo.