Sanatrix, a rischio 70 posti

A settembre sarà avviata la procedura di liquidazione

L'AQUILA. «L'irrisolto caso della Sanatrix rischia di causare un'altra emorragia occupazionale e di far perdere al territorio 50 posti letto accreditati». Ugl, Uil e Cisl chiedono «soluzioni» per salvare la clinica Sanatrix, del gruppo Angelini. Il curatore fallimentare avvierà a settembre la procedura di liquidazione.

La struttura sanitaria privata potrà essere venduta o data in affitto. Intanto, si avvicina la scadenza della cassa integrazione causa sisma, fissata al 31 luglio. Automaticamente, potrebbe essere avviata la cassa integrazione per crisi, come per le altre società che fanno capo al gruppo Villa Pini.  «La confusa situazione della sanità aquilana», scrive Giuliana Vespa, dell'Ugl sanità, «impone immediate risposte dall'assessore regionale, Lanfranco Venturoni.

Le ultime notizie riguardanti il trasferimento del servizio di emodinamica ad Avezzano e il rischio di ulteriori spoliazioni a causa dei ritardi nella ricostruzione del San Salvatore stanno mortificando il sistema sanitario cittadino. Se a ciò aggiungiamo la questione Sanatrix, si delinea un quadro sempre più inquietante». 

L'Ugl chiede a Venturoni «di convocare le parti sociali per illustrare con chiarezza le intenzioni della Regione. Non accetteremo in alcun modo iniziative tese a depotenziare il San Salvatore e il sistema sanitario aquilano».  La Uil lancia un'idea: la creazione di una società a gestione pubblica in grado di traghettare la Sanatrix verso la nuova gestione.  «I 70 lavoratori della storica clinica aquilana», afferma Simone Tempesta, della Uil-sanità, «saranno in cassa integrazione fino al 31 luglio.

Poi, si passerà alla cassa per crisi aziendale, articolata come per le altre strutture del gruppo Villa Pini su 15 giorni lavorativi e 15 di sospensione. Una situazione che comporterebbe ulteriori disagi ai dipendenti Sanatrix, costretti ad andare a lavorare a Chieti, nelle altre aziende della società che sono ancora in attività».  I sindacati chiedono certezze su tempi e modalità di rilancio della Sanatrix e della residenza sanitaria protetta Villa Pini di Gignano, che ospitava prima del sisma 40 malati psichici.

Vi lavoravano in 20 tra medici, infermieri e fisioterapisti. Oggi sono tutti a casa. «Anche per loro va individuata una soluzione che consenta di tornare al lavoro» dice Tempesta, «i pazienti della residenza sanitaria protetta sono stati dislocati nelle varie Rsa del territorio, con gravi disagi».

«A settembre», sottolinea Gianfranco Giorgi, segretario regionale Cisl, «il curatore fallimentare avvierà le procedure per la vendita o l'affitto della Sanatrix. In via informale, sono già arrivate manifestazioni di interesse per la gestione della struttura. In ballo ci sono 70 posti di lavoro, che vanno salvaguardati. La Sanatrix aveva 50 posti letto accreditati, una risorsa importante per il territorio e un supporto per alcune specialistiche dell'ospedale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA