Scanno piange lo chef morto in vacanza

Gli albergatori: «Ricorderemo la tua competenza e il tuo amore per la cucina». Moglie e figlia ancora ricoverate

SCANNO. Non si prevedono tempi brevi per il rientro in Italia della salma di Fabio Riondino, lo chef di Scanno morto in un incidente in Africa. L’uomo, 43 anni, si trovava a bordo di un’auto con la moglie, la figlia e altri turisti per un’escursione nella città di Gaborone, capitale della repubblica Sudafricana, quando all’improvviso un treno ha centrato in pieno il mezzo che stava attraversando i binari. La situazione è apparsa subito drammatica e a nulla è valso il trasferimento all’ospedale della città, dove si è tentata l’ultima, purtroppo inutile, rianimazione. Il corpo da martedì sera è a disposizione delle autorità del luogo. Forze dell’ordine e magistratura stanno tentando di ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto nei pressi del passaggio a livello incustodito nell’intento di accertare le responsabilità dell’incidente, che è costata la vita anche a un altro passeggero. Inoltre, per il rientro in patria della salma non solo occorrerà ottenere il nulla osta dagli organi di giurisdizione locale ma servirà anche un visto dalle autorità di Gaborone, capitale del Botswana. Insomma, prima dei funerali potrebbero trascorrere diversi giorni.

Ancora sotto choc la moglie del giovane cuoco scannese, che era in auto assieme alla figlia. Nell’incidente hanno riportato entrambe alcune fratture. Le due sono ancora ricoverate. La donna, di 40 anni, originaria della Toscana, ha riportato la rottura di una spalla e di un braccio, mentre la bambina ha riportato la frattura di un piede. Ieri mattina dall’aeroporto di Fiumicino sono partiti con un aereo diretto in Botswana la madre e il fratello di Sara, la moglie di Riondino. A loro si sono uniti la sorella dello sfortunato chef, Cristiana, e l’amico fraterno dello chef, Alex Miconi.

«Troppi sono i pensieri, i momenti che potrei cercare di esprime», afferma Miconi, «ma non serve, non riuscirà ad alleviare il dolore che ho dentro. Ho vissuto in parallelo con Fabio gli ultimi trent’anni di vita, a volte più vicini, a volte ognuno per la sua strada. Ma sono certo che ha vissuto appieno la sua vita fino a quando gli è stato concesso. Ciao Riochef».

A Scanno, intanto, continuano le testimonianze d’affetto alla famiglia. Il giovane cuoco lascia, oltre alla moglie e alla figlia, la madre Giuseppina, che da qualche settimana si era trasferita dalla figlia a Roma, dove ha appreso la tragica notizia. Da mercoledì mattina vive ore di dolore e di attesa nel capire quando potrà dare l’ultimo saluto al caro figlio scomparso mentre era in vacanza.

A esprimere il proprio cordoglio per la morte improvvisa del giovane cuoco scannese anche la “Cooperativa operatori turistici Alto Sagittario”.

«La triste notizia della scomparsa del caro Fabio ha scosso tutti noi. Una vita vissuta intensamente», sottolineano in una lettera aperta gli albergatori e i commercianti di Scanno, «terminata in modo brusco e drammatico a causa di un grave incidente. La tua passione per la cucina, l’indiscussa competenza, l’amore verso la tua famiglia e le tue montagne, la gentilezza e la generosità d’animo, hanno fatto di te, per noi e per molti altri, un modello d’integrità morale da seguire. Ti ricorderemo come un grande campione, un giovane con un’incredibile voglia di vivere, ti ricorderemo come un ragazzo che, per la sua passione, ha girato il mondo».

Massimiliano Lavillotti

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