Scatta l’inchiesta sulla gestione del verde

L’appalto manca da mesi e si è proceduto solo ad affidamenti diretti, la Procura si muove dopo la denuncia della Stati

AVEZZANO. La Procura accende i riflettori sulla gestione del verde pubblico in città. La gara per il servizio non è stata ancora preparata, a quanto pare per presunte difficoltà a interpretare il nuovo codice degli appalti. Nel frattempo, però, per evitare che l’erba cresca a dismisura e lungo le strade si depositino rami e foglie, sono stati affidati incarichi diretti per la pulizia e il decoro urbano. Incarichi che non sempre hanno sortito gli effetti sperati, vista la scarsa manutenzione di alcune aree. La vicenda ha scatenato una serie di polemiche tra l’assessore Daniela Stati e il suo predecessore, l’avvocato Crescenzo Presutti. Quest’ultimo denunciato dalla Stati per alcune affermazioni nei suoi confronti comparse sui social. Proprio dalla denuncia della Stati si è mossa la Procura per far luce sulla gestione del verde in città. L’appalto era affidato alla “Avezzano verde”, società napoletana che dal 2006 al 20 ottobre 2015 si è occupata di tagliare l’erba, curare le aiuole, pulire i parchi e altro. Per 670mila euro l’anno, cinque operai coprivano tutta la città con interventi mirati. Alla scadenza del bando i tecnici hanno iniziato a lavorare per poter partire con il nuovo appalto. Ma la gara, a distanza di mesi, non è arrivata. «Ho inviato delle lettere per sollecitare i dirigenti a fare la gara», ha commentato l’ex assessore Presutti, «ma evidentemente non si è fatta perché nessuno mi ha risposto. In qualità di assessore all’Ambiente ho chiesto di fare il bando perché era necessario per la città, ma non avuto riscontri. Nel periodo in cui ho ricoperto il ruolo di assessore, durante i mesi invernali, era stato necessario solo provvedere alla pulizia delle strade. Il 6 gennaio sono andato via».

Dal gennaio a oggi a occuparsi del verde è stata la Stati, che prima ha stilato un cronoprogramma e poi ha chiarito con una nota che ci sono delle difficoltà per espletare la gara d’appalto, tanto da voler addirittura scrivere a Raffaele Cantone dell’Autorità nazionale anticorruzione.

L’accusa mossa da Presutti all’amministrazione Di Pangrazio è stata quella di voler “spacchettare” l’appalto per presunti favoritismi. Da qui le varie polemiche sorte intorno alla vicenda, sfociata nella denuncia. «Ho presentato una denuncia per calunnia e diffamazione contro l’ex assessore Presutti», commenta la Stati, che è stata anche assessore alla Protezione civile. «Le sue accuse sono state troppo pesanti, ne dovrà rispondere. Mi chiedo perché, nel periodo in cui ha ricoperto il ruolo di assessore, non si è preoccupato di rifare il bando per il verde pubblico. I tecnici sono al lavoro per poter preparare quanto prima l’appalto, nonostante le difficoltà riscontrate».

Eleonora Berardinetti

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